Deceduto il barone Vittorio Gallelli di Badolato
20.12.2016
E’ venuto a mancare all'affetto dei propri cari, presso la sua abitazione di Catanzaro centro, il barone, avv. Vittorio Gallelli, cav. Jure Sanguinis del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. Ne danno notizia la moglie, contessa Daniela Benso, i figli Ettore e Alberto, la nuora, Isabella Corsi di Turri, la sorella Lucia Gallelli. Sua Santità Papa Francesco ha inviato una benedizione apostolica chiedendo l' intercessione di Maria vergine santissima, e i Parafrenieri Pontifici, in data 19.02.2017 hanno celebrato una messa in suffragio presso la chiesa di Santa Caterina della Rota, mentre un altra messa in suffragio è stata celebrata dal parroco di Sant'Anna dei Parafrenieri in Vaticano. Molti i messaggi di cordoglio, provenienti anche da tutta Confagricoltura, dai dipendenti dell'azienda Gallelli, e da coloro che a vario titolo lo hanno conosciuto ed ammirato. E' stato un uomo dal nobile carattere, una persona che con le sue forze ha ingrandito e incrementato i possedimenti terrieri ricevuti dagli antenati, dando in tanti anni lavoro a tante persone e maestranze. Un attività terriera che in calabria i baroni Gallelli di Badolato portano avanti da 11 generazioni, fin dal dal 1590, tanto da essere menzionati tra le aziende agricole Italiane storiche. Un agricoltura innovativa estesa su 653 ettari, bandiera italiana del settore, che è attualmente proseguita con grande impegno dai figli Ettore ed Alberto, che ne hanno raccolto il testimone. Le spoglie mortali del barone Vittorio, riposano in pace nella tomba della famiglia de Salazar-Gallelli, presso il cimitero di Catanzaro.
Il barone Gallelli di Badolato, nominato Parafreniere Pontificio di Sua Santità
25.11.2014
Don Ettore Gallelli Benso de Salazar di Badolato, è stato ricevuto tra i Parafrenieri Pontifici di Sua Santità, col titolo di barone di Badolato e conte Palatino. Con questa nomina i Gallelli sono divenuti di fatto il solo casato calabrese facente parte della famiglia Pontificia. I Parafrenieri Pontifici di Sua Santità, sono infatti un prestigioso collegio di gentiluomini di anticamera, selezionati dalla Prefettura Pontificia tra le casate cattoliche più illustri, che dal 1922 assieme ai Sediari Pontifici, condividono le mansioni dell' anticamera di Sua Santità. E' quindi una delle poche casate italiane, autorizzata a detenere presso le proprie residenze il trono papale, che è il prestigioso seggio realizzato in stile barocco, con preziosa foglia d'oro ed elegante velluto rosso, il cui uso è storicamente concesso ai membri della famiglia pontificia. Una forma di tradizionale cortesia verso la Santa Sede, riservata alle visite del papa, dei cardinali, vescovi, o dignitari dell'anticamera di Sua Santità. I Parafrenieri Pontifici inoltre sin dal 1378 hanno anche una propria confraternita, intitolata alla loro patrona Sant'Anna, venerata in una cappella all'interno della basilica di San Pietro. Papa Pio IV concesse loro di edificare, nel 1565 nei pressi di San Pietro, una chiesa intitolata a Sant'Anna, opera progettata e realizzata dall'architetto Jacopo Barozzi da Vignola. La confraternita, ricca e potente, incaricò il pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio della realizzazione, per la cappella in San Pietro, di un dipinto raffigurante la loro patrona con Maria e Gesù bambino, opera ancora oggi conosciuta come Madonna dei Palafrenieri, conservata presso la Galleria Borghese in Roma. Ancora oggi la Venerabile Arciconfraternita Vaticana di Sant'Anna de' Parafrenieri è retta dai Sediari pontifici. Ne è Primicerio il Prefetto della Casa Pontificia ed è retta dal Decano Generale, attualmente Frà Massimo Sansolini. Ha un Secondicerio, generalmente scelto tra i Prelati di Anticamera ed un Cappellano. Oltre al Collegio dei Sediari pontifici, ne fanno parte anche altri membri della Famiglia pontificia, alcuni Ambasciatori presso la Santa Sede e membri delle più note casate nobiliari pontificie. Eccezionalmente vengono ammessi anche altri laici di provata moralità e fede cattolica, benemeriti nei confronti del Pontefice e della Chiesa.
Il barone Gallelli di Badolato ha detto sì alla sua bella
13.09.2007
Presso la splendida cornice della chiesa San Domenico e Sisto in Roma, oggi 9.06.2007 il barone Ettore Gallelli di Badolato, figlio del barone Vittorio Gallelli e della nobile Daniele Benso, si è unito in matrimonio con la nobile Isabella dei baroni Corsi di Turri e Moggio, figlia del nobile Stefano dei baroni Corsi di Turri e Moggio, e della principessa Fabiola Cenci Bolognetti di Vicovaro (quest’ultima discendente diretta da Papa Giovanni X Cenci). Il matrimonio è stato benedetto da Sua Santità Papa Razinger, che ha regalato ai neo sposi dei preziosi rosari, e ha scritto di suo pugno un augurio per la nuova famiglia, letto da S.E. Monsignor Karel Kastell (Decano della Camera Apostolica di Sua Santità) celebrante dell’unione, insieme a don Fabrizio Turriziani Colonna. La sposa proviene da due antichi casati, da parte di padre infatti i Corsi di Turri e Moggio si stabilirono a Firenze nel medioevo e si arricchirono gradualmente arrivando ad acquistare numerose proprietà, prima in corso Tintori, e poi nella futura via dei Tornabuoni. Ebbero 28 priori di libertà e 9 gonfalonieri di giustizia nella Repubblica fiorentina. A Firenze, alla fine del Cinquecento Bardo Corsi acquistò il palazzo Tornabuoni, che, grazie all'attività del marchese Jacopo Corsi, divenne sede dell'Accademia fiorentina, legata alla camerata dei Bardi, e proprio qui, nel 1594, venne rappresentato il primo melodramma “La favola di Dafne”, su libretto di Ottavio Rinuccini. Tra gli artisti del circolo musicale del Corsi ci furono Torquato Tasso, Claudio Monteverdi e Giambattista Marino. Nel 1502, sempre Jacopo, acquistò la villa Guicciardini Corsi Salviati a Sesto Fiorentino, una delle ville suburbane di Firenze più splendide. Una parte della famiglia si legò infatti ai Salviati, assumendo il doppio cognome, al quale si aggiunse poi anche quello dei Guicciardini. Nel periodo granducale i Corsi furono tra le casata alleate dei Medici (contrariamente ad esempio degli Stozzi, dei Pitti, e dei Pazzi), ed ebbero inoltre vari senatori. Fu poi il sovrano delle due Sicilie a concedere ai Corsi i titoli di baroni di Turri e Moggio (titoli rinnovati poi dai Savoia). Oggi la casata è attualmente costituita da due rami, quello primogenito baronale, rappresentatao da Jeck Corsi (cittadino statunitense) e quelli cadetti di Raimondo, Antonio e Stefano. La famiglia è imparentata coi Principi Colonna Paliano, Principi Hohenlohe-Bartenstein, Granduchi Asburgo Lorena, Principi di Sangro-Fondi, e coi Marchesi Malvezzi Campeggi di Dozza. Da parte di madre, la sposa discende da papa Giovanni X (Tossignano, 860 circa – Roma, 929) il quale è stato il 122º papa della Chiesa cattolica dal marzo 914 al 27 maggio 928. I Cenci Bolognetti principi di Vicovaro, sono tra le famiglie principesche più antiche dell’urbe, dato che si ritiene discendere della romana gens Cincia, e che si ritenevano cugini della famiglia dei Crescenzi (nobile famiglia romana che governò Roma per oltre un secolo). A Roma oggi alcuni palazzi e vie portano il nome Cenci, come palazzo Cenci, Piazza Cenci el Monte de' Cenci. Il capostipite della famiglia fu Stefano, Prefetto dell'Urbe e padre del Cencio che, nella notte di Natale del 1075, rapì il Papa Gregorio VII; altri li fanno discendere dal senatore di Roma Grisotto di Cencio vissuto nel 1148. Nel'XI secolo, due membri di questa famiglia (Paolo e Bernardino) parteciparono alla Prima crociata (1096-1099) con Boemondo I d'Antiochia. La famiglia possedeva una torre ed un balneum almeno dal XIII secolo; da essi prese nome il Monte dei Cenci sorto, come si riteneva secondo una teoria ormai senza fondamento, sulle rovine, del teatro di Cornelio Balbo. Nel 1554 ottennero il patronato sulla chiesa di S. Tommaso, costruita nel medesimo complesso. Già nel Rinascimento la famiglia annoverava circa duecento componenti, divisi in quattro rami. Tra i membri della casata anche alcune Guardie Nobili Pontificie. Fonte: Libro d’Oro della Nobiltà Italiana (tutte le edizioni) Annuario della Nobiltà Italiana (tutte le edizioni)
Fidanzamento ufficiale del barone Gallelli di Badolato
22.06.2006
Il 22 agosto 2006 presso castello Gallelli della tenuta di Pietranera, dei Baroni Gallelli di Badolato, si è celebrato il fidanzamento ufficiale tra il barone Ettore Gallelli di Badolato, e la bella e nobile Isabella dei baroni Corsi di Turri, figlia della principessa Fabiola Cenci Bolognetti, e del barone Stefano Corsi di Turri. Alla cena di fidanzamento hanno partecipato i rispettivi famigliari, nonchè uno stretto numero di amici, ospiti dei baroni Gallelli. Don Ettore ha donato alla sua promessa, un anello di fidanzamento appartenuto ad una sua antenata, la Principessa Agata Ruffo della Scaletta. Una seconda festa è stata organizata a Roma, per invitare tutti gli amici della sposa, che vivono nella capitale. Il 9 giugno 2007 monsignor Karel Kastel, Decano della Camera Apostolica, in via eccezionale celebrerà in Roma il matrimonio dei due rampolli blasonati.