PARENTELE E DISCENDENZE
Nella foto lo stemmario delle parentele, contenuto nella sala-armi di castello Gallelli
ALEMANNI
Nobile famiglia di origine germanica, come fa pensare lo stesso nome, secondo una tradizione riportata per la prima volta nel 1478 dal poeta Ugolino Verino in un poemetto sulle glorie di Firenze, che recita: «Nobile e antica fu la schiatta deli Alamanni. Gente venuta da lontano, originata da sangue germanico».
Nobile e potente famiglia originaria Germanica, gli Alemanni si stabilirono nel XIV secolo in Toscana, e si diramarono successivamente in Lombardia, Napoli, Calabria, e Sicilia. Un ramo si stabilì in Calabria, ove ebbero i titoli di marchesi di Pianopoli e baroni di Tiriolo. A Tiriolo (CZ) fecero edificare un grandioso palazzo, che ripresero in parte come tipologia stilistica anche a Catanzaro, che ne ultimò i lavori intorno al 1860.
I Gallelli di Badolato si imparentarono con questa famiglia, quando il barone cav. della corona d’Italia, don Pasquale Gallelli, nato a Badolato il 17.01.1866 figlio del barone don Giuseppe, cav. avv. e di donna Campisi, dei nobili Campasi di Caulonia, sposò il 5.12.1904 donna Lucia Alemanni, n. a Napoli dal marchese Domenico Alemanni, e dalla principessa Agata Ruffo della Scaletta.
https://it.wikipedia.org/wiki/Alamanni_(famiglia)
CAMPISI DI CAULONIA
Nobile famiglia originaria di Caulonia.
I Gallelli si imparentarono con questa casata il 1888 quando il barone cav.della corona d’Italia avv. don Giuseppe Gallelli n. a Badolato il 5.01.1830 sposò la
nobile Marianna Campasi di Caulonia.
Questa famiglia portò in dote ai baroni Gallelli di Badolato i possedimenti siti a Caulonia, estendendo gli interessi terrieri dei Gallelli anche nel
Reggino.
RUFFO
Antichissima e nobilissima casata tra le più blasonate d’Europa, già annoverata tra le sette più grandi casate del Regno di Napoli.
Una discendente della famiglia è Paola, che il 2 luglio 1959 sposa Alberto II del Belgio, diventando la sesta regina dei Belgi (dal 1993 al 2013) come consorte di Alberto II figlia di Fulco Ruffo di Calabria.
L'antichità delle origini della Magna Domus dei Ruffo di Calabria è stata per lungo tempo argomento degli scritti di agiografi e genealogisti. Simone da Lentini, vescovo di Siracusa, nella seconda metà del XIII secolo così ne scriveva: «Rufa nobilissima et vetustissima familia, tempore romanae reipublicae magnopere vixit et usque ad meum tempus potentissime vivit». Giovanni Fiore, trattandone nel XVII, più compiutamente annotava: «ai Ruffo di Calabria si attribuiscono origini remote, come se il loro nome derivasse dal latino Rufo. I cronachisti narravano che i Ruffo e i Giuliani, sarebbero stati signori di vasti territori, tanto che circa il Mille "l'imperador di Costantinopoli, con esso loro collegatosi, ricuperò la Puglia e la Calabria". Altri li stimano di origine normanna: Filippo ed Errigo Ruffo, al servizio del Guiscardo, occuparono Terra d'Otranto e Basilicata».
Per certo le fonti storiche attestano unanimemente il fatto che i Ruffo fossero già fiorenti in Calabria prima dell'anno Mille. Quanto alla presunta origine romana e alle fantasiose ricostruzioni genealogiche proposte, queste non possono che essere lette se non come una sorta di mito fondativo, una leggenda politicamente legittimante alla cui costruzione la famiglia non dovette essere, menandone gran vanto nel corso dei secoli successivi, del tutto estranea. Meno implausibile, come si vedrà, appare l'ipotesi dell'origine bizantina, per cui tuttavia valgono le stesse considerazioni espresse per la romana; quella dell'origine normanna, pur sempre su base congetturale, appare invece la più attendibile.
I Gallelli di Badolato si imparentarono con questa casata, quando il barone cav. della corona d’Italia, don Pasquale Gallelli, nato a Badolato il 17.01.1866 figlio del barone Giuseppe, cav. avv. e di donna Campisi, dei nobili Campasi di Caulonia, sposò il 5.12.1904 donna Lucia Alemanni, n. a Napoli dal marchese Domenico Alemanni, e dalla principessa Agata Ruffo della Scaletta.
I Ruffo sono pubblicati nell’Almanach de Gotha.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ruffo_di_Calabria
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
SASSONIA-COBURGO-GOTHA
(SOVRANI DEL BELGIO)
Il ramo belga del casato di Sassonia-Coburgo-Gotha nacque quando il principe Leopoldo Giorgio Cristiano Federico di Sassonia-Coburgo-Gotha accettò di diventare Re dei Belgi il 26 giugno del 1831, col nome di Leopoldo I. La grande Casa Ruffo ha contratto parentela con gli attuali sovrani del Belgio, quando Paola Ruffo di Calabria il 2 luglio 1959 sposa Alberto II del Belgio, diventando la sesta regina dei Belgi dal 1993 al 2013.
I Gallelli sono imparentati con questa casa regnante attraverso i Ruffo, quando il barone cav. della corona d’Italia, don Pasquale Gallelli, nato a Badolato il 17.01.1866 figlio del barone Giuseppe, cav. avv. e di donna Campisi, dei nobili Campasi di Caulonia, che sposò il 5.12.1904 donna Lucia Alemanni, n. a Napoli dal marchese Domenico Alemanni, e dalla principessa Agata Ruffo della Scaletta (questi imparentati con i reali del Belgio).
I Sassonia Coburgo Gotha sono pubblicati nell’Almanach de Gotha.
https://it.wikipedia.org/wiki/Sovrani_del_Belgio
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
BENSO
Antica famiglia nobile., giunta in Italia al seguito di Federico Barbarossa. Certamente nel tardo Medioevo erano attivi come banchieri e commercianti nella provincia di Chieri. In quella zona, che apparteneva al Ducato di Savoia, tale Goffredo Benso commerciava con il Brasile già dal 1542. Successivamente la famiglia si trasferì a Torino dove assunse cariche a corte. Il primo nobile della casata fu Carlo Ottavio Benso che fu nominato conte di Santena, località dove costruì il palazzo nobiliare tuttora esistente. Morì nel 1724 e nel 1753 la linea genealogica maschile che aveva anche ottenuto il titolo di conti di Albugnano si estinse. Attualmente è ancora fiorente il ramo dei Benso di Villamirana, e quello dei Benso di Ponticelli (estinto nei baroni Gallelli di Badolato) mentre invece il più famoso ramo dei Benso di Cavour è estinto.
Il Benso più noto è Camillo Benso conte di Cavour, che fa risalire le sue origini certe ai Benso, banchieri attivi nel Medioevo a Chieri. La linea genealogica principale della famiglia si estinse nel XVIII secolo, ma nel secolo precedente il ramo da cui sarebbe nato Camillo aveva acquistato il marchesato della cittadina di Cavour, dando così iniziò alla linea nobiliare dei Benso di Cavour (attualmente stinta).
I baroni Gallelli, si imparentarono col ramo dei Benso di Ponticelli, inseguito al matrimonio tra il barone Vittorio Gallelli (n. a Catanzaro il 29.03.1939) e la nobile Daniela Benso (n. a Torino il 1945), matrimonio celebrato a Roma il 28 febbraio 1973. Con decreto del Presidente della Repubblica il 1999 essi trasferirono il cognome Benso al barone Ettore Gallelli, e al nobile Alberto Gallelli, divenuti quindi Gallelli Benso.
https://it.wikipedia.org/wiki/Cavour_(famiglia)
de SALAZAR
Antica e nobile famiglia discendente dall'illustre casata Salazar di Spagna, della quale ha mantenuto lo stemma, diramatasi in Italia nei rami sardo, napoletano, calabrese, lombardo e siciliano, questi ultimi ormai estinti.
I Salazar di Sardegna espressero valorosi uomini d' arme, distintisi particolarmente nelle battaglie del Risorgimento.
Dalla Spagna un ramo della famiglia Salazar si stabilì in Calabria.
Nel XVII secolo tale ramo aggiunse il de (forse per un errore di trascrizione notarile.)
I de Salazar, dimorano tutt’oggi in Calabria a Catanzaro, almeno dalla prima metà del 1700 ove in via XX Settembre sorge il loro palazzo avita.
I Gallelli di Badolato si imparentarono con questa famiglia, attraverso il matrimonio celebrato tra il Barone Giuseppe Gallelli n. a Badolato 7 dicembre 1905, latifondista, figlio del Barone Pasquale Gallelli e della Marchesa Lucia Alemanni. Egli sposò a Pompei 25 giugno 1938 la Nobile Trieste Iolanda de Salazar, n. a Catanzaro il 29 febbraio 1916, figlia del nobile Don Giovanni e di Carolina Tiriolo. Senza più continuità maschile le nobili de Salazar di Catanzaro, Carla n. il 1 novembre 1945, Concetta n. il 15 novembre 1946, e Giovanna 15 novembre 1946 (gemella), con decreto della Prefettura di Catanzaro in data 4 maggio 2011 trasferirono il loro cognome al barone Ettore Gallelli Benso di Badolato (loro cugino di secondo grado), che è quindi divenuto Gallelli Benso de Salazar.
https://it.wikipedia.org/wiki/Salazar_(famiglia)
de RISO
Nobile casata che provò la discendenza da ENRICO nel 1316 in persona dei cavalieri ALFONSO ANTONIO e GIROLAMO nell’inserimento nel S. M. O. di Malta dal 1665. Passata in concento del S. M. O. di Malta nel 1792 col cavaliere ANTONIO. Decorato del titolo di marchese di Botricello il 5 agosto 1797; RENATO, nobile di Botricello, tenente colonnello di cavalleria, due medaglie d’argento al valor militare, cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, cavaliere della Legion d’Onore; GIROLAMO marchese di Botricello nella prima metà del XX secolo.
I Gallelli si imparentarono con questa famiglia, attraverso de Salazar, quando il barone don Giuseppe Gallelli n. a Badolato 7 dicembre 1905, latifondista, sposò a Pompei 25 giugno 1938 la Nobile Trieste Iolanda de Salazar, n. a Catanzaro il 29 febbraio 1916, figlia del nobile Don Giovanni e di Carolina Tiriolo, a loro volta imparentati coi de Riso.
MARINCOLA CATTANEO E S. FLORO
Nobile famiglia originaria dell’Aragona, portata in Sicilia nel 1291 con LEONARDO provveditore delle armi di re Federico III: Nobile in Catanzaro, Taverna, San Calogero, San Floro, Soverato. Inserita nell’Ordine di Malta nel 1587, iscritta nel Priorato di Capua nel 1802. La linea di Petrizzi decorata del titolo di duca sul possedimento medesimo nel 1642, riconosciuto con R. Rescritto del 11 ottobre 1852; DIEGO decorato del titolo di “Don” nel 1656; RICCO fu tra i baroni siciliani che giurarono fedeltà a re Ludovico d’Aragona; NICOLA cavaliere dell’Ordine di San Giacomo; TOMMASO “famigliare” di re Carlo III d’Angiò Durazzo; GUIDO fece parte della scorta che accompagnò Costanza quale sposa di re Ladislao; NICOLA vescovo di Taverna; AVELLINO I, paggio di re Alfonso I d’Aragona, morì combattendo contro i turchi ad Otranto nel 1481; AVELLINO II, barone di Soverato, combattè valorosamente nella battaglia di Montesoro contro i francesi di Carlo V; GIOVAN PAOLO vescovo di Teano; ORAZIO barone di Soverato diede origine al ramo di San Floro; DIEGO, guardia a cavallo, della Compagnia delle “Reali Guardie del Corpo”, ha partecipato alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno dall’invasione piemontese;il cugino CESARE, alfiere del “Reggimento Reali Carabinieri a Cavallo”, passò a servire con i piemontesi, ritirandosi poi a Venezia. Linea di Petrizzi: riconosciuta con Regie Rescritto del 11 ottobre 1852 duca di Petrizzi e del predicato di Soverato. Linea di San FLoro: riconosciuta con D. M. del 16 agosto 1881 e del 5 settembre 1885 nobile col predicato di San Floro.
I Gallelli si imparentarono con questa famiglia, attraverso de Salazar, quando il barone don Giuseppe Gallelli n. a Badolato 7 dicembre 1905, latifondista, sposò a Pompei 25 giugno 1938 la Nobile Trieste Iolanda de Salazar, n. a Catanzaro il 29 febbraio 1916, figlia del nobile Don Giovanni e di Carolina Tiriolo, a loro volta imparentati Marincola.
MORBILLI DI S. ANGELO A FROSOLONE
Nobile famiglia aragonese, portata a Napoli con QUINTILIANO Morvillo, capitano di cavalli; ALFONSO con Diploma del 23 settembre 1526 venne dichiarato nobile. Il casato venne infeudato della terra di Sant’Angelo a Frosolone in persona di GIUSEPPE ANTONIO, nel 1730 decorato del titolo di duca. Titolo riconosciuto con Regio Rescritto del 13 novembre 1858; la famiglia venne aggregata al Seggio di Porta Retese di Salerno, ricevuta per giustizia nel S.M.O. Costantiniano, dichiarata ascritta alla nobiltà Romana, nobile fuori porta in Napoli.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma: d’azzurro all’albero di ulivo al terrazzo di verde sostenuto da due leoni d’oro linguati di rosso, accompagnato da tre stelle d’oro in fascia, con la fascia di rosso attraversante il tutto.
I Gallelli si imparentarono con questa famiglia, attraverso de Salazar, quando il barone don Giuseppe Gallelli n. a Badolato 7 dicembre 1905, latifondista, sposò a Pompei 25 giugno 1938 la Nobile Trieste Iolanda de Salazar, n. a Catanzaro il 29 febbraio 1916, figlia del nobile Don Giovanni e di Carolina Tiriolo, a loro volta imparentati coi Morbilli.
SPEDALIERI DI GUARDAVALLE
Nobile famiglia originari di Guardavalle.
I baroni Gallelli di Badolato si imparentarono con questa famiglia, attraverso il matrimonio celebrato don Giuseppe Gallelli n. a Badolato 7 dicembre 1905, latifondista, che sposò a Pompei 25 giugno 1938 la Nobile Trieste Iolanda de Salazar, n. a Catanzaro il 29 febbraio 1916, figlia del nobile Don Giovanni e di Carolina Tiriolo, a loro volta imparentati con gli Spedalieri di Guardavalle.
CORSI
Titoli: barone di Turri, nobile col predicato di Turri e Moggio
Dimora: Napoli
Arma: d’azzurro al leone d’oro attraversato da una sbarra di rosso caricata di 3 stelle d’oro, al sole radioso del medesimo.
Nobile casata annoverata tra le principali di Firenze, arricchendosi gradualmente e arrivando ad acquistare numerose proprietà, prima in corso Tintori, e poi alla fine del cinquecento Bardo Corsi acquistò il palazzo Tornabuoni, che, grazie all'attività del marchese Jacopo Corsi, divenne sede dell'Accademia fiorentina, legata alla camerata dei Bardi, e proprio qui, nel 1594, venne rappresentato il primo melodramma, La favola di Dafne, su libretto di Ottavio Rinuccini. Tra gli artisti del circolo musicale del Corsi ci furono Torquato Tasso, Claudio Monteverdi e Giambattista Marino. Nel XVIII secolo si trasferirono in Abruzzo nella città di Capestrano, fondamentale per la loro ricchezza fu poi il trasferimento a Napoli, dove acquisirono grandi ricchezze e il titolo nobiliare di marchesi. Un GIANDOMENICO signore di Capestrano e di Amatrice luogotenente generale del cardinale De Medici; LEOPOLDO con R.D. del 28 giugno 1849 ottenne il titolo di Barone di Turri e Moggio, cavaliere di Gran Croce, segretario particolare di re Ferdinando II di Borbone del regno delle Due Sicilie. LEOPOLDO con D. M. del 21 agosto 1901 ottenne il titolo di nobile di Turri e Moggio.
Ebbero 28 priori di libertà e 9 gonfalonieri di giustizia nella Repubblica fiorentina.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Sono imparentati coi Colonna-Paliano, di Sangro, Cenci Bolognetti, Malvezi Campeggi, Asburgo -Lorena, ecc. ecc.
I Gallelli di Badolato, si sono imparentati con questa casata, quando il barone don Ettore Gallelli Benso de Salazar n. a Trieste il 13.08.73 sposa il 9 giugno 2007 a Roma, presso la chiesa di San Domenico e Sisto, donna Isabella n. a Roma il 27.11.75 figlia di Stefano dei baroni Corsi di Turri e Moggio, e di donna Fabiola Cenci Bolognetti dei principi di Vicovaro.
https://it.wikipedia.org/wiki/Corsi_(famiglia)
CENCI (CENCI BOLOGNETTI)
Antica e famosa famiglia di principi e patrizi romani, nonché coscritti.
Si ritiene che il capostipite della famiglia fu Stefano, Prefetto dell'Urbe e padre del Cencio che, nella notte di Natale del 1075, rapì il Papa Gregorio VII; altri li fanno discendere dal senatore di Roma Grisotto di Cencio vissuto nel 1148. Nel' XI secolo, due membri di questa famiglia (Paolo e Bernardino) parteciparono alla Prima crociata (1096-1099) con Boemondo I d'Antiochia.
La famiglia possedeva una torre ed un balneum almeno dal XIII secolo; da essi prese nome il Monte dei Cenci sorto, come si riteneva secondo una teoria ormai senza fondamento, sulle rovine, del teatro di Cornelio Balbo.
Nel 1554 ottennero il patronato sulla chiesa di S. Tommaso, costruita nel medesimo complesso.
Già nel Rinascimento la famiglia annoverava circa duecento componenti, divisi in quattro rami.
Tra le discendenti anche la sfortunata Beatrice Cenci ((Roma, 6 febbraio 1577 – Roma, 11 settembre 1599). Tra i vari rami il più noto è quello detto di Arenula dal rione dove ebbero le loro abitazioni: non risiedendo lontano dal Tevere e dall'Isola Tiberina, essi diedero poi nome ad un tratto di Lungotevere. I Cenci di Arenula, sin dal secolo XIII, ebbero membri che ricoprirono cariche cittadine come facenti parte della nobiltà municipale.
A questo ramo appartenne nel secolo XIV Giovanni di Giacomo, Cancellarius Urbis prima (1367) e Senatore di Roma poi (1380), nominato Romani populi generalem capitaneum, ordinatorem et reformatorem ad partes et loca districtus Urbis in Tuscia, Colinea et Sabinea constituta, fu costui a presiedere alla cerimonia di sepoltura di S. Caterina da Siena a Roma; così come altri membri della famiglia ricoprirono ancora la carica senatoriale e ripetutamente la carica di Conservatore.
Nel 1432 il nobile Giacomo di Lello di Alessio Cenci acquistava il casale di Falcognana ed altre tenute confinanti da Prospero e Odoardo Colonna per 5.652 fiorini.
L'intensa attività mercantile esercitata durante il secolo XVI soprattutto da Cristoforo, già canonico di San Pietro che divenne Tesoriere generale della Camera Apostolica (1550-1560), gli consentì di accumulare notevoli ricchezze oltre a quelle già possedute grazie al commercio sul grano.
La famiglia divenne così tra le maggiori proprietarie di casali ed estese tenute nella campagna romana, come Falcognana, Castel Campanile, Testa di Lepre, Capo di Bove o Mausoleo di Cecilia Metella e Torrenova. Quest'ultima, dalla famiglia Cenci, prese nome di Rocca Cencia, così come Tor de' Cenci; i suoi componenti erano anche feudatari di alcuni castelli in Abruzzo come Assergi, Filetto, Camarda e Aragno, che dovranno cedere ai Caffarelli dopo le vicende dell'assassinio di Francesco padre di Beatrice. La famiglia fu illustrata dai cardinali Tiberio, Baldassarre, Serafino e Baldassarre juniore.
Dal ramo dei Cenci di Arenula discendono gli attuali eredi Cenci Bolognetti dei principi di Vicovaro, tutt'oggi fiorenti a Roma, diedero nome al palazzo in piazza del Gesù.
I Cenci sono pubblicati nel Gotha col titolo di Principi di Vicovaro.
I Gallelli, si sono imparentati con questa casata, quando il barone cav. don Ettore Gallelli Benso de Salazar n. a Trieste il 13.08.73 sposa il 9 giugno 2007 a Roma, presso la chiesa di S. Domenico e Sisto, donna Isabella n. a Roma il 27.11.75 figlia del nobile Stefano dei baroni Corsi di Turri e Moggio, n. a Roma il 30.giu.1945 sp. a Roma il 25.ott.1975 Donna Fabiola Cenci Bolognetti dei Principi di Vicovaro, n. a Roma il 7.apr.1954 dal Principe Paolo, e la marchesa Malvezi Campeggi di Dozza.
https://it.wikipedia.org/wiki/Cenci_(famiglia)
https://it.wikipedia.org/wiki/Beatrice_Cenci
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
COLONNA
Antica e nota casata patrizia romana, tra le più antiche documentate dell'Urbe e una delle più importanti nel Medioevo.
Uno dei suoi motti è: Mole sua stat ("sta fermo sul suo peso", "sta fermo sulla sua grandezza").
Le origini dei Colonna attraverso i conti di Tuscolo vorrebbero farsi tradizionalmente risalire sino alle Gens Giulia (Iulia) quindi conseguentemente sino agli Eneidi.
Nella genealogia fatta stilare nel Magna Familia Colonna dal cardinale Girolamo Colonna, arcivescovo di Bologna, tra gli stipiti della famiglia compaiono Gaio Mario e Giulio Cesare.
La famiglia che è pubblicata nell’Almanach de Gotha, col titolo di Principi, vanta il pontefice Martino V, nonché una schiera di 36 cardinali.
I baroni Gallelli hanno contratto questa discendenza attraverso il matrimonio celebrato il 9 giugno 2007, tra don Ettore Gallelli Benso de Salazar, e la Nob. Isabella dei baroni Corsi di Turri e Moggio, figlia del Nob. Stefano Corsi di Turri, e donna Fabiola dei principi Cenci Bolognetti, si imparentarono coi principi di Sangro, questi a loro volta imparentati coi Baroni Corsi di Turri e Moggio, quando il Barone Leopoldo Corsi (nato a Napoli il 26 giugno 1882), sposò il (14 settembre 1902) donna Isabella de Sangro dei principi di Fondi (nata a Napoli il 5 dicembre 1884), figlia di Bianca Colonna dei principi di Paliano.
https://it.wikipedia.org/wiki/Colonna_(famiglia)
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
di SANGRO
Nobile famiglia italiana, che sembra discenda da Odorisio, conte di Sangro (1093). Essa possedette molti territori e molti titoli, fra i
quali San Severo. Fra i suoi membri il più celebre è certamente Raimondo di Sangro, la cui figura è legata indissolubilmente alla Cappella Sansevero. Complessivamente la famiglia possedette 6 principati, 11 ducati, 6 marchesati, 9 contee e 180 feudi; contrasse parentele con le famiglie Acquaviva, Beccadelli, Caldora, Caracciolo, Carafa, Colonna, Del Carretto, Dentice, Doria, Filangeri,
I Gallelli di Badolato hanno hanno contratto questa discendenza, attraverso il matrimonio coi baroni Corsi di Turri e Moggio, questi sono infatti imparentati a loro volta coi di Sangro, principi di Fondi e di S. Severo, attraverso il matrimonio celebrato il 1901 tra Leopoldo Corsi, barone di Turri e Moggio, nato a Napoli 26.06.1882 che sposò il 14 sett. 1902 donna Isabella de Sangro, figlia della principessa donna Bianca Colonna -Paliano, e don Andrea de Sangro, principe di Fondi, e S. Severo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Di_Sangro
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
PIGNATELLI
Pignatelli sono una famiglia nobile napoletana, siciliana, pugliese, molisana e calabrese, con un ramo spagnolo, un tempo tra le più importanti del panorama araldico italiano. Un esponente della famiglia, Antonio Pignatelli (1615-1700) fu papa con il nome di Innocenzo XII. Fanno parte della stirpe numerosi cardinali, viceré di Sicilia e un santo, Giuseppe Pignatelli di Fuentes (1737–1811), canonizzato nel 1954 da Pio XII. Nella famiglia confluirono via via le eredità in titoli e apparentamenti di tre grandi genealogie europee, tanto che alla fine i rappresentanti della famiglia ne portarono tutti e quattro i cognomi: Pignatelli Aragona Tagliavia Cortés.
I Gallelli di Badolato, hanno contratto questa parentela attraverso il matrimonio celebrato il 9 giugno 2007, tra don Ettore Gallelli Benso de Salazar, e la Nob. Isabella dei baroni Corsi di Turri e Moggio, figlia del Nob. Stefano Corsi di Turri, e donna Fabiola dei principi Cenci Bologni, a loro volta imparentati coi Pignatelli, attraverso i di Sangro.
https://it.wikipedia.org/wiki/Pignatelli_(famiglia)
ACQUAVIVA d’ARAGONA
La famiglia Acquaviva (dal 1481 Acquaviva d'Aragona) è stata una famiglia nobile italiana, una delle sette grandi casate del Regno di Napoli. Tra i loro titoli si annoverano quelli di: duchi di Atri e conti di San Flaviano (di Giulia dal 1481); poi anche conti di Conversano, conti e poi duchi di Nardò, per un ramo, e conti e poi principi di Caserta per l'altro. Sicuramente gli Acquaviva risiedettero ed ebbero possedimenti feudali sin dalla fine del XII secolo nella parte settentrionale dell'Abruzzo; nel 1195 è documentato un Rinaldo di Acquaviva, atriano e feudatario di varie terre nella regione teramana. Gli storici municipali abruzzesi hanno sostenuto che le origini della famiglia, precedentemente a tale data, andassero cercate nella loro regione. A queste ipotesi se ne affiancano altre che assegnano alla famiglia origini nell'area del ducato di Spoleto longobardo, tra l'Umbria e la parte meridionale delle Marche.
Nei decenni successivi la famiglia stabilisce importanti rapporti con i re angioini: nel 1284 Riccardo di Acquaviva fu giustiziere di Terra d'Otranto al servizio di Carlo I d'Angiò, e nel 1393 Antonio di Acquaviva, che fu il primo a portare, per concessione di Carlo III di Durazzo, i titoli di conte di San Flaviano e di Montorio, comprò dal re Ladislao le città di Atri, con il titolo di duca, e di Teramo. In breve la famiglia assunse un rilievo di primo piano nel Regno di Napoli, fino ad essere annoverata (assieme ai Sanseverino, ai D'Aquino, ai Ruffo, ai Del Balzo, ai de Molisio e ai Berardi - Celano) tra le "Serenissime Sette Grandi Case del Regno", e ad ottenere dal re di Napoli Ferrante il privilegio del 30 aprile 1479, con il quale Giulio Antonio Acquaviva potè aggiungere il nome d'Aragona al proprio cognome ed inquartare il proprio stemma con i colori dei Trastámara.
I baroni Gallelli di Badolato hanno hanno contratto questa discendenza, attraverso il matrimonio coi baroni Corsi di Turri e Moggio, questi sono infatti imparentati a loro volta coi di Sangro, principi di Fondi e di S. Severo, attraverso il matrimonio celebrato il 1901 tra Leopoldo Corsi, barone di Turri e Moggio, nato a Napoli 26.06.1882 che sposò il 14 sett. 1902 donna Isabella de Sangro, figlia della principessa donna Bianca Colonna -Paliano, e don Andrea de Sangro, principe di Fondi, e S. Severo, a loro volta imparentati con gli Acquaviva.
BECCADELLI
Nobile famiglia originaria di Bologna, trasferìtasi a Palermo all'inizio del XIV secolo con Vannino Beccadelli, assumendo il cognome "di Bologna", in seguito portato dai discendenti, spesso volgarizzato in "Bologni". Il figlio di Vannino, Enrico, fu il padre di Antonio Beccadelli detto il Panormita, precettore del re Alfonso I di Napoli. L'altro figlio, Carlo, fu padre di Simone, arcivescovo di Palermo.
I Gallelli di Badolato hanno contratto questa discendenza, attraverso il matrimonio coi baroni Corsi di Turri e Moggio, questi sono infatti imparentati a loro volta coi di Sangro, principi di Fondi e di S. Severo, attraverso il matrimonio celebrato il 1901 tra Leopoldo Corsi, barone di Turri e Moggio, nato a Napoli 26.06.1882 che sposò il 14 sett. 1902 donna Isabella de Sangro, figlia della principessa donna Bianca Colonna -Paliano, e don Andrea de Sangro, principe di Fondi, e S. Severo, a loro volta imparentati con gli Acquaviva.
CALDORA
La famiglia Caldora è stata un'antica famiglia nobile di cavalieri originaria della Provenza (precisamente di Marsiglia), una regione situata nel sud-est della Francia. Il suo nome derivava da un feudo situato nel Distretto di Digne-les-Bains appartenente alla Contea di Provenza che era di loro proprietà. Il fondatore della famiglia fu Ponzio Caldora (Pons Candole), il quale fu barone di Peynier nel 1184 e si sposò con una dama della casata dei d'Andalusia, il cui nome è ignoto, dando così inizio alla propria discendenza. A partire dalla seconda metà del XIII secolo, la famiglia si divise in due rami, il ramo francese, il quale rimase in Provenza, e il ramo italiano, il più noto tra i due, che si trasferì in Italia al seguito del Re Carlo I d'Angiò, col quale era imparentato[5], per prendere parte alla conquista del Regno delle Due Sicilie. Da quest'ultimo ramo uscirono durante il Regno di Napoli valorosi condottieri e capitani di ventura, tra cui Jacopo/Giacomo I Caldora, il quale fu il più celebre della dinastia. Il ramo italiano si estinse nel 1552 con Berlingiero III Caldora, che morì senza eredi mentre era intento ad attraversare il fiume Stura di Demonte. Di questo ramo sopravvisse fino alla fine del 1600 il ramo collaterale dei Caldora alias Malandrino, comprendente i baroni di Carpineto Sinello, Morcone e Santa Croce di Magliano, originatosi intorno al 1410 da Domenico Caldora, il quale fu disconosciuto dal suddetto Jacopo Caldora, suo cugino, per essere stato coinvolto nell'omicidio di un suo parente, comportamento che gli valse l'assegnazione di tale appellativo. Quanto al primo ramo, quello francese, il cui primo componente Pietro II Caldora (Pierre II Candole), in particolare, aveva seguito anch'esso il Re Carlo I d'Angiò nella sua spedizione militare in Italia e fatto poi ritorno in Francia, questo generò vari membri che ricoprirono cariche importanti nella magistratura di Marsiglia e nella marina francese. Da questo ramo ebbe origine il ramo collaterale svizzero, chiamato così poiché i propri membri emigrarono e vissero interamente a Ginevra, in Svizzera per motivi di religione. Tra i membri di questo ramo collaterale si distinse durante la Restaurazione Augustin Pyrame de Candolle, il quale fu un importante botanico e micologo. Il ramo francese e il suo ramo collaterale ginevrino si estinsero rispettivamente verso la
I Gallelli di Badolato hanno contratto questa discendenza, attraverso il matrimonio coi baroni Corsi di Turri e Moggio, questi sono infatti imparentati a loro volta coi di Sangro, principi di Fondi e di S. Severo, attraverso il matrimonio celebrato il 1901 tra Leopoldo Corsi, barone di Turri e Moggio, nato a Napoli 26.06.1882 che sposò il 14 sett. 1902 donna Isabella de Sangro, figlia della principessa donna Bianca Colonna -Paliano, e don Andrea de Sangro, principe di Fondi, e S. Severo, a loro volta imparentati coi Caldora.
CARACCIOLO
Nobile famiglia Caracciolo è una famiglia originaria di Napoli, tra le più antiche d'Italia e coronata di molti titoli nobiliari.
La casata vantava una mitica origine bizantina, ma la sua reale origine risale al X secolo, con il capostipite Teodoro Caracciolo (nei documenti Caraziolus), di cui possediamo solo notizie di archivio: fu seppellito insieme con la moglie Urania nella chiesa oggi nota come Santa Maria Assunta dei Caracciolo a Napoli. In un documento datato 20 marzo 976, con cui sua figlia Teodonanda fa una donazione al Monastero dei santi Sergio e Bacco, si parla di lui come già morto.
I Gallelli di Badolato hanno contratto questa discendenza, attraverso il matrimonio coi baroni Corsi di Turri e Moggio, questi sono infatti imparentati a loro volta coi di Sangro, principi di Fondi e di S. Severo, attraverso il matrimonio celebrato il 1901 tra Leopoldo Corsi, barone di Turri e Moggio, nato a Napoli 26.06.1882 che sposò il 14 sett. 1902 donna Isabella de Sangro, figlia della principessa donna Bianca Colonna -Paliano, e don Andrea de Sangro, principe di Fondi, e S. Severo, a loro volta imparentati coi Caracciolo.
DEL CARRETTO
La famiglia Del Carretto era di discendenza aleramica ed era divisa in molti rami, signori di feudi della Riviera ligure di ponente e del Basso Piemonte. Capostipite della dinastia fu
Data la provenienza aleramica si tratta quindi di una famiglia di dinastia imperiale (Sacro Romano Impero).
I Gallelli di Badolato hanno contratto questa discendenza, attraverso il matrimonio coi baroni Corsi di Turri e Moggio, questi sono infatti imparentati a loro volta coi di Sangro, principi di Fondi e di S. Severo, attraverso il matrimonio celebrato il 1901 tra Leopoldo Corsi, barone di Turri e Moggio, nato a Napoli 26.06.1882 che sposò il 14 sett. 1902 donna Isabella de Sangro, figlia della principessa donna Bianca Colonna -Paliano, e don Andrea de Sangro, principe di Fondi, e S. Severo, a loro volta imparentati coi del Carretto.
DENTICE
Originaria di AmDentice è un'antica famiglia dell'Italia meridionale. alfi, nel 1200 venne elencata fra i feudatari del Regno di Napoli. Da Amalfi si trasferì dapprima a Sorrento, dove fu ammessa nel patriziato del Seggio di Porta, e poi a Napoli, dove godette gli onori dei sedili di Nido e Capuano.
Nel 1565 fu ammessa all'ordine di Malta.
Si divise infine in due rami:
1. Dentice del Pesce (ora Dentice Massarenghi, principi di Frasso)
2. Dentice delle Stelle (o Dentice di Accadia)
I Gallelli di Badolato hanno contratto questa discendenza, attraverso il matrimonio coi baroni Corsi di Turri e Moggio, questi sono infatti imparentati a loro volta coi di Sangro, principi di Fondi e di S. Severo, attraverso il matrimonio celebrato il 1901 tra Leopoldo Corsi, barone di Turri e Moggio, nato a Napoli 26.06.1882 che sposò il 14 sett. 1902 donna Isabella de Sangro, figlia della principessa donna Bianca Colonna -Paliano, e don Andrea de Sangro, principe di Fondi, e S. Severo, a loro volta imparentati coi del Dentice.
DORIA
I Doria (detti anche D'Oria sono un'antica e nobile famiglia originaria di Genova, con la cui storia spesso s'intreccia e s'immedesima la stessa storia familiare. Sino al XIV secolo i Doria primeggiarono, tra gare e rivalità, con le altre grandi famiglie feudali, gli Spinola, ghibellini come loro, e i Fieschi e i Grimaldi, due famiglie guelfe; dopo l'istituzione del dogato popolare (1339), perdono il predominio politico, ma conservano le tradizioni e le funzioni militari e navali; con Andrea Doria salgono all'apice della vita cittadina, e, anche perduta questa funzione predominante, conservano sempre per il numero, per le ricchezze e per le aderenze, grande importanza e autorità e hanno, anche in tempi più recenti e in momenti decisivi, una funzione quasi direttiva. Durante le varie epoche, i Doria hanno dato vari cardinali, arcivescovi e vescovi alla Chiesa cattolica e ben sei dogi alla Repubblica di Genova: Giovanni Battista (1537–1539); Nicolò (1579–1581); Agostino (1601–1603); Ambrogio, eletto il 4 maggio 1621 e morto il 12 giugno prima ancora di essere incoronato; Giovanni Stefano (1633–1635); Giuseppe (1793–1795), penultimo doge della Repubblica.I Gallelli di Badolato hanno contratto questa discendenza, attraverso il matrimonio coi baroni Corsi di Turri e Moggio, questi sono infatti imparentati a loro volta coi di Sangro, principi di Fondi e di S. Severo, attraverso il matrimonio celebrato il 1901 tra Leopoldo Corsi, barone di Turri e Moggio, nato a Napoli 26.06.1882 che sposò il 14 sett. 1902 donna Isabella de Sangro, figlia della principessa donna Bianca Colonna -Paliano, e don Andrea de Sangro, principe di Fondi, e S. Severo, a loro volta imparentati coi Doria.
I Gallelli di Badolato hanno contratto questa discendenza, attraverso il matrimonio coi baroni Corsi di Turri e Moggio, questi sono infatti imparentati a loro volta coi di Sangro, principi di Fondi e di S. Severo, attraverso il matrimonio celebrato il 1901 tra Leopoldo Corsi, barone di Turri e Moggio, nato a Napoli 26.06.1882 che sposò il 14 sett. 1902 donna Isabella de Sangro, figlia della principessa donna Bianca Colonna -Paliano, e don Andrea de Sangro, principe di Fondi, e S. Severo, a loro volta imparentati coi Doria.
FILANGERI
Filangieri, Filangeri o Filingeri è una grande famiglia della nobiltà italiana di origine normanna; si radicò in buona parte del Mezzogiorno
dopo la metà dell'
I Gallelli di Badolato hanno contratto questa discendenza, attraverso il matrimonio coi baroni Corsi di Turri e Moggio, questi sono infatti imparentati a loro volta coi di Sangro, principi di Fondi e di S. Severo, attraverso il matrimonio celebrato il 1901 tra Leopoldo Corsi, barone di Turri e Moggio, nato a Napoli 26.06.1882 che sposò il 14 sett. 1902 donna Isabella de Sangro, figlia della principessa donna Bianca Colonna -Paliano, e don Andrea de Sangro, principe di Fondi, e S. Severo, a loro volta imparentati coi Filangeri.
de MEDICI
Famosa casata fiorentina, protagonista di centrale importanza nella storia d'Italia e d'Europa dal XV al XVIII secolo. I Medici ottennero de facto, il controllo prima della città di Firenze, e poi del Granducato di Toscana. Tranne qualche interruzione di breve durata, il potere mediceo durò dal 1434, con la signoria di Cosimo il Vecchio, al 1737, con la morte di Gian Gastone, ultimo granduca.
Originari della regione del Mugello, probabilmente appartenenti alla piccola nobiltà di campagna inurbata a partire dal XII secolo, inizialmente le attività dei Medici delle prime generazioni riguardarono la mercatura tessile, l'agricoltura e solo sporadicamente l'attività bancaria.
Con la fondazione del Banco dei Medici, ad opera di Giovanni di Bicci, la famiglia acquistò nel tempo ricchezza e potere, divenendo finanziatrice delle realtà più influenti nel panorama politico europeo. Il Banco, ad esempio, finanziò il Papa, la conquista del ducato di Milano da parte di Francesco Sforza, la vittoria di Edoardo di York nella Guerra delle due rose.
Con l'avvento al governo di Cosimo e di suo nipote Lorenzo il Magnifico, incarnazione del principe umanista, il potere mediceo fu uno dei principali poli propulsivi del Rinascimento: i signori di Firenze erano trattati come sovrani dagli altri monarchi europei, e la vita artistica e culturale della Firenze del XV secolo era punto di riferimento per tutta Europa, grazie anche all'instancabile opera di promozione culturale svolta dal Magnifico. Politicamente, Lorenzo si premurò di conservare l'equilibrio degli Stati italiani attraverso la salvaguardia della Lega Italica promossa dal nonno, garantendo all'Italia un lungo periodo di pace interna e di sviluppo. Dopo la sua morte nel 1492, i suoi eredi non furono altrettanto capaci, contribuendo a far precipitare la Penisola nella rovinosa serie di conflitti noti come Guerre d'Italia, che segnarono la sempre maggiore marginalizzazione degli Stati italiani nell'Europa delle grandi potenze nazionali.
La famiglia Medici ha espresso tre papi della Chiesa cattolica: papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico e Clarice Orsini, ultimo successore di Pietro ad essere semplice diacono al momento dell'elezione, portò alla corte pontificia lo splendore e i fasti tipici della cultura delle corti rinascimentali. Il 3 gennaio 1521 scomunicò Martin Lutero con la bolla pontificia Decet Romanum Pontificem. Papa Clemente VII, cugino di Leone X, negò il divorzio ad Enrico VIII d'Inghilterra e dovette subire lo Scisma anglicano. Durante il suo papato vi fu il Sacco di Roma. Entrambi i papi furono grandi mecenati nella tradizione di famiglia. Il terzo papa mediceo, Leone XI, regnò invece per meno di un mese nell'aprile del 1605. La famiglia conta anche due regine consorti di Francia: Caterina de' Medici, l'ultima discendente diretta del Magnifico, e Maria, figlia del Granduca Francesco I de' Medici e nonna di Luigi XIV, il Re Sole.
Con l'avvento del Granducato nella seconda metà del XVI secolo i Medici divennero sovrani a tutti gli effetti unificando sotto il loro scettro gran parte della Toscana, con l'unica eccezione dell'indipendente Repubblica di Lucca e dello Stato dei Presidi, sotto dominazione spagnola.
Il governo dei granduchi medicei fu inizialmente illuminato come quello dei loro avi: diedero impulso ai commerci, proclamarono la tolleranza religiosa con le famose Leggi livornine del 1591-1593 e furono mecenati delle arti e della scienza, patrocinando Galileo Galilei, astronomo di corte di Cosimo II de' Medici, e fondando, con il cardinale Leopoldo, l'Accademia del Cimento, la prima istituzione scientifica in Europa a promuovere il metodo sperimentale di Galileo.
Il malgoverno degli ultimi granduchi e la morte senza eredi dell'ultimo sovrano mediceo Gian Gastone nel 1737, portò il Granducato nella mani di Francesco I di Lorena, marito dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, rimanendo ai loro discendenti fino all'Unità d'Italia.
La sorella di Gian Gastone, Anna Maria Luisa de' Medici, ultima del ramo granducale, stipulò il "Patto di famiglia" con gli Asburgo-Lorena lasciando per testamento l'immenso patrimonio artistico alla città di Firenze. L'accordo prevedeva che i nuovi successori non potessero spostare «[...] o levare fuori della Capitale e dello Stato del Granducato, Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose, della successione del Serenissimo GranDuca, affinché esse rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri», come scrisse lei stessa.
Attualmente sopravvivono solo tre rami cadetti: quello dei Medici di Ottajano, principi di Ottajano e duchi di Sarno, trapiantati a Napoli sin dal XVI secolo, quello dei Medici-Tornaquinci, marchesi di Castellina, rimasti nell'originaria Toscana, e quello dei Peruzzi de' Medici.
I Gallelli di Badolato hanno contratto questa discendenza, attraverso il matrimonio coi baroni Corsi di Turri e Moggio, questi sono infatti imparentati coi di Sangro, principi di Fondi e di S. Severo, attraverso il matrimonio celebrato tra Leopoldo Corsi, barone di Turri e Moggio, nato a Napoli 26.06.1882 che sposò il 14 sett. 1902 donna Isabella de Sangro, figlia della principessa donna Bianca Colonna -Paliano, e don Andrea de Sangro, principe di Fondi, e S. Severo, a loro volta imparentati coi de Medici.
SPINELLI
Gli Spinelli sono una famiglia nobile italiana originaria di Napoli, tra fu le più importanti del Regno di Napoli poi delle
I Gallelli di Badolato hanno contratto questa discendenza, attraverso il matrimonio coi baroni Corsi di Turri e Moggio, questi sono infatti imparentati a loro volta coi di Sangro, principi di Fondi e di S. Severo, attraverso il matrimonio celebrato il 1901 tra Leopoldo Corsi, barone di Turri e Moggio, nato a Napoli 26.06.1882 che sposò il 14 sett. 1902 donna Isabella de Sangro, figlia della principessa donna Bianca Colonna -Paliano, e don Andrea de Sangro, principe di Fondi, e S. Severo, a loro volta imparentati coi Spinelli.
MASSIMO LANCELLOTTI
I Gallelli, hanno contratto questa parentela attraverso il matrimonio celebrato il 9 giugno 2007, tra don Ettore Gallelli Benso de Salazar, e la Nob. Isabella dei baroni Corsi di Turri e Moggio, figlia del Nob. Stefano Corsi di Turri, e donna Fabiola dei principi Cenci Bolognetti, imparentati a loro volta coi Massimo lancellotti.
https://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_(famiglia)
https://it.wikipedia.org/wiki/Lancellotti_(famiglia)
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
SACCHETTI
Antica e nobile famiglia originaria fiorentina, nota almeno dal XIII secolo e forse anche sin dall'XI, con un Isacco o Isacchetto che dette il nome al casato, citato nel XVI canto (v. 104) del Paradiso di Dante Alighieri. Accumulò ingenti ricchezze con la mercatura e l'attività bancaria, ricoprendo varie cariche nella città di origine. In seguito si trasferì a Roma, dove ottenne prestigio nobiliare e grande ricchezza.
I baroni Gallelli di Badolato, hanno contratto questa parentela attraverso il matrimonio celebrato il 9 giugno 2007, tra don Ettore Gallelli Benso de Salazar, e la Nob. Isabella dei baroni Corsi di Turri e Moggio, figlia del Nob. Stefano Corsi di Turri, e donna Fabiola dei principi Cenci Bolognetti, a loro volta imparentati coi Sacchetti.
https://it.wikipedia.org/wiki/Sacchetti_(famiglia)
BARBERINI
I Barberini, originari di Barberino Val d'Elsa in Toscana, furono un'influente famiglia principesca e papale italiana, nota sin dalla prima metà dell'XI secolo. La famiglia raggiunse il picco massimo con il cardinale Maffeo Barberini, che nel 1623 venne eletto papa con il nome di Urbano VIII.
Furono inoltre grandi mecenati e protettori delle arti, circondandosi di grandi artisti come Bernini, Borromini, Pietro da Cortona.
I baroni Gallelli di Badolato, hanno contratto questa parentela attraverso il matrimonio celebrato il 9 giugno 2007, tra don Ettore Gallelli Benso de Salazar, e la Nob. Isabella dei baroni Corsi di Turri e Moggio, figlia del Nob. Stefano Corsi di Turri, e donna Fabiola dei principi Cenci Bolognetti, questi ultimi a loro volta imparentati anche coi principi Barberini.
https://it.wikipedia.org/wiki/Barberini
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
MALVEZI CAMPEGGI
Notizie certe della casata si hanno intorno al 1176, quando prese parte alle discordie che agitavano i Geremei e i Lambertazzi. Furono nemici della famiglia dei Bentivoglio, che, con l'aiuto dei Lambertazzi, tentarono di cacciare da Bologna, governata da Giovanni II Bentivoglio, il 27 novembre 1488 con la congiura dei Malvezzi. Per questi fatti i Malvezzi furono espulsi dalla città e vi poterono rientrare solo nel 1506, con la cacciata dei Bentivoglio, grazie all'appoggio di Papa Giulio II.
Dal condottiero Lucio Malvezzi nacque il ramo materano della famiglia.
La famiglia annoverò numerosi uomini d'arme, religiosi e politici.
I baroni Gallelli di Badolato, hanno acquisito questa parentela attraverso il matrimonio coi baroni Corsi di Turri e Moggio, imparentati coi principi Cenci Bolognetti di Vicovaro, parenti a loro volta dei marchesi Malvezzi Campeggi di Dozza, attraverso il matrimonio tra il principe Paolo Cenci Bolognetti e la marchesa Vannella Malvezzi Campeggi.
https://it.wikipedia.org/wiki/Malvezzi_(famiglia)
ORSINI
Nobile e antica famiglia di Roma e d'Italia, fiorente per numerosi rami, illustre per potenza, per ricchezza, per gli stretti legami di parentela con l'Impero e con diverse case reali d'Europa; per avere dato alla Chiesa papi e cardinali; senatori, gonfalonieri, uomini d' arme e uomini di stato alla città di Roma, allo Stato Pontificio, al Regno di Napoli.
Da questa famiglia provengono ben tre papi: Celestino III, ovvero Giacinto di Bobone, facente parte di un ramo di una nobile famiglia romana dalla quale discesero gli Orsini; Niccolò III, ovvero Giovanni Gaetano Orsini; Benedetto XIII, nato Pietro Francesco Orsini. Autentici artefici della politica pontificia, durante la cattività avignonese si scontrarono con gli interessi della famiglia Colonna, dando luogo a una famosa rivalità che ebbe fine solo nel 1511 con papa Giulio II. I loro titoli e feudi furono numerosi: prefetto di Roma, gonfaloniere della Chiesa, principe assistente al Soglio pontificio, gran connestabile e gran cancelliere del Regno di Napoli, signori di Soriano nel Cimino, signori di Penna, signori di Mugnano, duchi e poi principi di Bomarzo, duchi di Gravina, duchi di Bracciano e di Amalfi, principi di Vallata, di Solofra, di Roccagorga, di Vicovaro, di Vasanello, di Monterotondo, di Amatrice e di Taranto, conti di Muro Lucano, di Tagliacozzo, di Caserta, di Pitigliano e di Nola. Furono insigniti dell'Ordine del Toson d'oro, dell'Ordine Teutonico, dell'Ordine dello Spirito Santo.
Le numerose parentele dei vari rami della famiglia contratte durante i secoli con le varie case regnanti d'Europa confermarono agli Orsini i trattamenti di Principe del Sangue e di Principe sovrano. I baroni Gallelli di Badolato, hanno contratto questa parentela attraverso il matrimonio celebrato il 9 giugno 2007, tra don Ettore Gallelli Benso de Salazar, e la Nob. Isabella dei baroni Corsi di Turri e Moggio, figlia del Nob. Stefano dei baroni Corsi di Turri, e donna Fabiola dei principi Cenci Bolognetti, questi ultimi a loro volta imparentati coi principi Orsini.
https://it.wikipedia.org/wiki/Orsini
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
ROSSI di MONTELERA
Nobile famiglia piemontese, imparentata coi Gallelli attraverso il matrimonio celebrato il 9 giugno 2007, tra don Ettore Gallelli Benso de Salazar, e la Nob. Isabella dei baroni Corsi di Turri e Moggio, figlia del Nob. Stefano dei baroni Corsi di Turri, e donna Fabiola dei principi Cenci Bolognetti, questi ultimi a loro volta imparentati coi Conti Rossi di Montelera.
GIORGI COSTA
Nobile famiglia imparentata indirettamente coi Gallelli attraverso il matrimonio celebrato il 9 giugno 2007, tra don Ettore Gallelli Benso de Salazar, e la Nob. Isabella dei baroni Corsi di Turri e Moggio, figlia del Nob. Stefano dei baroni Corsi di Turri, e donna Fabiola dei principi Cenci Bolognetti, questi ultimi a loro volta imparentati coi Conti Rossi di Montelera.
IMPERIALI di FRANCAVILLA
Gli Imperiale (spesso anche Imperiali) sono una famiglia nobile di origini italiane, protagonista della storia europea nel panorama delle famiglie aristocratiche. Originata dalla nobile famiglia Imperiale di Genova, già denominata Tartaro, discende dai conti di Ventimiglia. Nel corso del XVII e XVIII fu proprietaria di vasti feudi in tutta Italia, in particolare nel Salento. Dimorò inoltre a Napoli, Roma, Venezia, Firenze e Bruxelles.
La famiglia Imperiale ha origine da Corrado Tartaro, terzo figlio di Berengario II, re d'Italia. I primi documenti che si riferiscono agli Imperiali invece risalgono al XII secolo, secondo i quali il capostipite Giovanni il Tartaro, avvalendosi dei commerci esercitati dai genovesi nelle loro colonie di Caffa e Tana sulle rive del Mar Nero, intorno all'anno 1100 si trasferì a Genova. I diretti discendenti di Giovanni il Tartaro furono chiamati dalla città ligure, segnata da profonde discordie civili, a far parte degli Otto Nobili, massima autorità dell'epoca, affermandosi alle più alte cariche e sottolineando in essa la loro personalità ed il loro elevato senso di dignità.
I baroni Gallelli di Badolato, hanno contratto questa parentela attraverso il matrimonio celebrato il 9 giugno 2007, tra don Ettore Gallelli Benso de Salazar, e la Nob. Isabella dei baroni Corsi di Turri e Moggio, figlia del Nob. Stefano dei baroni Corsi di Turri, e donna Fabiola dei principi Cenci Bolognetti.
https://it.wikipedia.org/wiki/Imperiale_(famiglia)
HOELLOEN BERTENSTEIN
Gli Hohenlohe o von Hohenlohe sono una famiglia principesca tedesca, regnanti dapprima sulla Contea di Hohenlohe, i due rami della famiglia vennero elevati al rango di principi del Sacro Romano Impero rispettivamente nel 1744 e nel 1764; ma nel 1806 essi persero i propri domini, che entrarono a far parte dei regni di Baviera e del Württemberg. Al tempo della dissoluzione del Sacro Romano Impero, l'area contava 680 km² di superficie e una popolazione stimata di 108.000 abitanti.
L'Isola Hohenlohe (Островгогенлоэ), una delle tante che compongono la cosiddetta Terra di Francesco Giuseppe, a nord della Russia, prese il nome da questa dinastia che partecipò al finanziamento di una spedizione al Polo nord voluta dall'Imperatore Francesco Giuseppe. I baroni Gallelli di Badolato, attraverso il matrimonio celebrato il 9 giugno 2007, tra don Ettore Gallelli Benso de Salazar, e la Nob. Isabella dei baroni Corsi di Turri e Moggio, figlia del Nob. Stefano dei baroni Corsi di Turri e Moggio, e donna Fabiola dei principi Cenci Bolognetti, a loro volta imparentati coi principi Hoelloen-Bertenstein, tramite appunto il matrimonio tra il Nob. Raffaele Corsi di Turri e Moggio (nato l’ 08.11.1908 deceduto il 03.04.1990), che il 06.07.1971 sposò Sua Altezza Serenissima Margherita Hoelloen Bertenstein (nata a Bertenstein il 14.02.1909 deceduta a Roma il 22.12.1985) attualmente sepolta in Vaticano presso il cimitero teutonico.
https://it.wikipedia.org/wiki/Hohenlohe
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
ASBURGO LORENA
Asburgo-Lorena di Toscana è il ramo della dinastia asburgica che resse il Granducato di Toscana dal 1737 al 1801 e dal 1814 al 1860.
Nel 1736 il duca di Lorena Francesco III Stefano aveva sposato Maria Teresa d'Austria, unica (e contestata) erede dei variegati domini asburgici, sparsi per l'Europa (Austria, Boemia, Ungheria, Paesi Bassi, Milano, Napoli, Sicilia) ed anche tradizionale erede del titolo al Sacro Romano Impero. La Francia, timorosa che la Lorena, una regione francofona, potesse passare agli Asburgo, si era affrettata a stipulare un trattato per cui riconosceva la Prammatica Sanzione e quindi l'eredità spettante a Maria Teresa, ma in cambio Francia e Austria stabilivano che il Ducato di Lorena fosse ceduto da Francesco III a Stanislao Leszczyński (ex re di Polonia e suocero di Luigi XV) e passasse alla Francia dopo la morte del sovrano polacco. La casata di Lorena sarebbe stata compensata per questa perdita con il trono del Granducato di Toscana, ma con l'obbligo di non annetterla direttamente ai domini asburgici, dato che la successione sarebbe stata destinata ad un figlio cadetto dell'unione. Con il matrimonio di Maria Teresa e Francesco Stefano nacque così la dinastia imperiale degli Asburgo-Lorena, un cui ramo cadetto resse il Granducato di Toscana fino alla sua scomparsa. La famiglia che è pubblicata nel noto Almanac de Gotha,
Glo Asburgo Lorena hanno contratto parentela coi baroni Gallelli di Badolato, attraverso il matrimonio celebrato il 9 giugno 2007, tra don Ettore Gallelli Benso de Salazar, e la Nob. Isabella dei baroni Corsi di Turri e Moggio, figlia del Nob. Stefano dei baroni Corsi di Turri e Moggio, e donna Fabiola dei principi Cenci Bolognetti, a loro volta imparentati coi principi Hoelloen-Bertenstein, tramite appunto il matrimonio tra il Nob. Raffaele Corsi di Turri e Moggio (nato l’ 08.11.1908 deceduto il 03.04.1990), che il 06.07.1971 sposò Sua Altezza Serenissima Margherita Hoelloen Bertenstein (nata a Bertenstein il 14.02.1909 deceduta a Roma il 22.12.1985) attualmente sepolta in Vaticano presso il cimitero teutonico, quest’ultima figlia appunto di Sua Altezza Reale Anna d’ Asburgo-Lorena di Toscana.
https://it.wikipedia.org/wiki/Asburgo-Lorena
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
del BALZO
La casata del Balzo (in latino de Baucio, in francese de Baux, in provenzale moderno di Baus e in provenzale arcaico dels Baus) è una famiglia nobile italiana, documentata dal X secolo ed originaria di Les Baux-de-Provence in Provenza, discendente da rami cadetti della nobile casata dei Signori di Baux. I del Balzo ebbero particolare fortuna nel Mezzogiorno d'Italia, tanto che furono annoverate tra le sette grandi casate del Regno di Napoli.
Il capostipite della famiglia fu Ponzio I de Baux, visconte di Arles, dal quale discesero i visconti di Marsiglia (965), e Ponzio III juvenis, signore di Les Baux (981). I figli di Bertrando I de Baux († 1181), principe di Orange e signore di Berre e Les Baux, si divisero i feudi di famiglia:
• Ugone III († 1240), visconte di Marsiglia e signore di Les Baux;
• Bertrando II († 1201), signore di Berre;
• Guglielmo I († 1218), principe di Orange.
Da costoro discesero i primi del Balzo che arrivarono in Italia nel 1265 al seguito del conte di Provenza Carlo I d'Angiò, dando origine rispettivamente ai rami dei "del Balzo d'Avellino", dei "del Balzo d'Andria" e dei "del Balzo di Soleto", dai quali discesero i "del Balzo Orsini" e i "del Balzo d'Alessano".
I baroni Gallelli di Badolato, hanno acquisito questa parentela attraverso il matrimonio coi baroni Corsi di Turri e Moggio, imparentati coi principi Cenci Bolognetti di Vicovaro.
PARENTELE E DISCENDENZE
CHE DIEDERO PAPI ALLA CHIESA CATTOLICA
BARBERINI
I Barberini diedero alla Chiesa cattolica papa Urbano VIII, nato Maffeo Vincenzo Barberini (Firenze, 5 aprile 1568 – Roma, 29 luglio 1644), è stato il 235º papa della Chiesa cattolica dal 1623 alla morte.
Essi si imparentarono coi principi Cenci Bolognetti, a loro volta imparentati coi Baroni Corsi di Turri e Moggio, attraverso il matrimonio tra il Nob. Stefano dei baroni Corsi di Turri e Moggio n. a Roma il 30.giu.1945 sp. a Roma il 25.ott.1975 Donna Fabiola Cenci Bolognetti dei Principi di Vicovaro, n. a Roma il 7.apr.1954 dal Principe Paolo, e la marchesa Malvezi Campeggi di Dozza.
I Baroni Corsi di Turri e Moggio, contrassero parentela a loro volta coi Baroni Gallelli di Badolato il 9.06.2007 attraverso il matrimonio tra la Nobile Isabella Corsi di Turri e Moggio e il Barone Ettore Gallelli Benso de Salazar.
https://it.wikipedia.org/wiki/Barberini
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
CARAFA
I Carafa diedero alla Chiesa cattolica papa Paolo IV, nato Gian Pietro Carafa (28 giugno 1476-Roma 18 agosto 1559) è stato il 223º papa della Chiesa cattolica dal 1555 alla morte.
Si imparentarono coi principi Cenci Bolognetti, a loro volta imparentati coi Baroni Corsi di Turri e Moggio, attraverso il matrimonio tra il Nob. Stefano dei baroni Corsi di Turri e Moggio n. a Roma il 30.giu.1945 sp. a Roma il 25.ott.1975 Donna Fabiola Cenci Bolognetti dei Principi di Vicovaro, n. a Roma il 7.apr.1954 dal Principe Paolo, e la marchesa Malvezi Campeggi di Dozza.
I Baroni Corsi di Turri e Moggio, contrassero parentela a loro volta coi Baroni Gallelli di Badolato il 9.06.2007 attraverso il matrimonio tra la Nobile Isabella Corsi di Turri e Moggio e il Barone Ettore Gallelli Benso de Salazar.
https://it.wikipedia.org/wiki/Carafa
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
COLONNA
I Principi Colonna (da cui discendono papa Adriano I e Martino V), si imparentarono sia coi principi Cenci Bolognetti, coi principi di Sangro, questi a loro volta imparentati coi Baroni Corsi di Turri e Moggio, quando il Barone Leopoldo Corsi (nato a Napoli il 26 giugno 1882), sposò il (14 settembre 1902) donna Isabella de Sangro dei principi di Fondi (nata a Napoli il 5 dicembre 1884), figlia di Bianca Colonna dei principi di Paliano.
I Baroni Corsi di Turri e Moggio, contrassero parentela a loro volta coi Baroni Gallelli di Badolato il 9.06.2007 attraverso il matrimonio tra la Nobile Isabella Corsi di Turri e Moggio e il Barone Ettore Gallelli Benso de Salazar.
https://it.wikipedia.org/wiki/Colonna_(famiglia)
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
GAETANI
I Gaetani (da cui discende papa Bonifacio VIII), si imparentarono coi principi di Sangro, questi a loro volta imparentati coi Baroni Corsi di Turri e Moggio, quando il Barone Leopoldo Corsi (nato a Napoli il 26 giugno 1882), sposò il (14 settembre 1902) donna Isabella de Sangro dei principi di Fondi (nata a Napoli il 5 dicembre 1884), figlia di Bianca Colonna dei principi di Paliano.
I Baroni Corsi di Turri e Moggio, contrassero parentela a loro volta coi Baroni Gallelli di Badolato il 9.06.2007 attraverso il matrimonio tra la Nobile Isabella Corsi di Turri e Moggio e il Barone Ettore Gallelli Benso de Salazar.
https://it.wikipedia.org/wiki/Caetani
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
MEDICI
I Medici, Granduchi di Toscana (da cui discendono papa Leone X, Clemente VII, e Leone XI), si imparentarono coi Principi di Sangro, questi a loro volta imparentati coi Baroni Corsi di Turri e Moggio, quando il Barone Leopoldo Corsi (nato a Napoli il 26 giugno 1882), sposò il (14 settembre 1902) donna Isabella de Sangro dei Principi di Fondi (nata a Napoli il 5 dicembre 1884), figlia di Bianca Colonna dei Principi di Paliano.
I Baroni Corsi di Turri e Moggio, contrassero parentela a loro volta coi Baroni Gallelli di Badolato il 9.06.2007 attraverso il matrimonio tra la Nobile Isabella Corsi di Turri e Moggio e il Barone Ettore Gallelli Benso de Salazar.
https://it.wikipedia.org/wiki/Medici
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
ORSINI
I Principi Orsini (da cui discendono papa Celestino III, Niccolo III, e Benedetto XIII), si imparentarono coi Principi Cenci Bolognetti, a loro volta imparentati coi Baroni Corsi di Turri e Moggio, attraverso il matrimonio tra il Nob. Stefano dei baroni Corsi di Turri e Moggio n. a Roma il 30.giu.1945 sp. a Roma il 25.ott.1975 Donna Fabiola Cenci Bolognetti dei Principi di Vicovaro, n. a Roma il 7.apr.1954 dal Principe Paolo, e la marchesa Malvezi Campeggi di Dozza.
I Baroni Corsi di Turri e Moggio, contrassero parentela a loro volta coi Baroni Gallelli di Badolato il 9.06.2007 attraverso il matrimonio tra la Nobile Isabella Corsi di Turri e Moggio e il Barone Ettore Gallelli Benso de Salazar.
https://it.wikipedia.org/wiki/Orsini
I Pignatelli sono una casata napoletana, siciliana, pugliese, molisana e calabrese, con un ramo spagnolo, un tempo tra le più importanti del panorama araldico italiano. Un esponente della famiglia, Antonio Pignatelli (1615-1700) fu papa con il nome di Innocenzo XII. Fanno parte della stirpe numerosi cardinali, viceré di Sicilia e un santo, Giuseppe Pignatelli di Fuentes (1737–1811), canonizzato nel 1954 da Pio XII. Nella famiglia confluirono via via le eredità in titoli e apparentamenti di tre grandi genealogie europee, tanto che alla fine i rappresentanti della famiglia ne portarono tutti e quattro i cognomi: Pignatelli Aragona Tagliavia Cortés.
https://it.wikipedia.org/wiki/Pignatelli_(famiglia)
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
SAVELLI
I Savelli (da cui discende papa Benedetto II, Gregorio II, Eugenio II, Onorio III, Onorio IV), si imparentarono coi principi Cenci Bolognetti, a loro volta imparentati coi baroni Corsi di Turri e Moggio, attraverso il matrimonio tra il Nob. Stefano dei baroni Corsi di Turri e Moggio n. a Roma il 30.giu.1945 sp. a Roma il 25.ott.1975 Donna Fabiola Cenci Bolognetti dei Principi di Vicovaro, n. a Roma il 7.apr.1954 dal Principe Paolo, e la marchesa Malvezi Campeggi di Dozza.
I Baroni Corsi di Turri e Moggio, contrassero parentela a loro volta coi Baroni Gallelli di Badolato il 9.06.2007 attraverso il matrimonio tra la Nobile Isabella Corsi di Turri e Moggio e ilBarone Ettore Gallelli Benso de Salazar.
https://it.wikipedia.org/wiki/Savelli_(famiglia)
https://it.wikipedia.org/wiki/Almanacco_di_Gotha
PARENTELE CHE DIEDERO CARDINALI
ALLA CHIESA CATTOLICA
BOLOGNETTI
Dai principi Bolognetti discende Cardinal Alberto Bolognetti (Bologna, 8 luglio 1538 – Villaco, 17 maggio 1585). Essi si imparentarono Principi Cenci, quando Maria Anna Bolognetti sposò nel 1772 il conte Virginio Cenci, che trasmise al proprio figlio Girolamo il cognome materno, assieme al titolo di principe di Vicovaro, dando così inizio al casato dei Cenci Bolognetti, principi di Vicovaro.
https://it.wikipedia.org/wiki/Bolognetti_(famiglia)
CORSI
Dai baroni Corsi di Turri e Moggio discende Cardinal Domenico Maria Corsi (Firenze, 1633 – Rimini, 6 novembre 1697), Cosimo Corsi (Firenze, 10 giugno 1798 – Villa di Agnano, 7 ottobre 1870.
https://it.wikipedia.org/wiki/Corsi_(famiglia)
https://it.wikipedia.org/wiki/Di_Sangro
CENCI (CENCI BOLOGNETTI)
Dai principi Cenci (Cenci Bolognetti) discendono
Cardinal Tiberio Cenci 1580-1653.
Cardinal Baldassarre Cenci 1648-1709.
Cardinal Serafino Cenci 1676-1740.
https://it.wikipedia.org/wiki/Cenci_(famiglia)
RUFFO
Dai principi Ruffo discende Cardinal Tommaso Ruffo (Napoli, 15 settembre 1663 – Roma, 16 febbraio 1753).
Cardinal Fabrizio Dionigi Ruffo dei duchi di Bagnara e Baranello (San Lucido, 16 settembre 1744 – Napoli, 13 dicembre 1827).
https://it.wikipedia.org/wiki/Ruffo_di_Calabria
SANTACROCE
Dai principi Santacroce di San Gemini discende Cardinal Marcello Santacroce (Roma, 7 giugno 1619 – Roma, 19 dicembre 1674), Cardinal Prospero Santacroce, o Prospero Publicola de Santa Croce (Roma, 24 settembre 1514 – Roma, 8 novembre 1589, Cardinal Andrea Santacroce ( Roma, 22 novembre 1655 – Roma, 10 maggio 1712), si imparentarono coi Principi Cenci, quando Angelina (sorella minore della sfortunata Beatrice
https://it.wikipedia.org/wiki/Santacroce_(famiglia)
MASSIMO LANCELLOTTI
Dai principi Massimo Lancellotti deriva Cardinal Francesco Saverio Massimo (Dresda, 26 febbraio 1806 – Roma, 11 gennaio 1848).
https://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_(famiglia)
https://it.wikipedia.org/wiki/Lancellotti_(famiglia)
PIGNATELLI
Dai principi Pignatelli (derivano Cardinal Antonio Pignatelli (13/3/1615 - 27/9/1700), figlio di Francesco, 4º marchese di Spinazzola e 1º principe di Minervino. Creato cardinale l'1/9/1681 ed eletto Sommo Pontefice con il nome di Innocenzo XII, il 12/7/1691.
• Francesco Pignatelli (6/2/1652 - 5/12/1735), figlio di Giulio II, 4º marchese di Cerchiara e 2º principe di Noja. Creato cardinale il 17/12/1703.
• Francesco Pignatelli (29/2/1744 - 4/8/1815), figlio di Fabrizio III, 10º marchese di Cerchiara, 8º principe di Noja, ecc. Creato cardinale il 21/2/1794.
• Domenico Pignatelli (19/11/1730 - 5/2/1803), figlio di Antonio I, 6º principe di Belmonte, ecc. Creato cardinale il 3/8/1802 e, nello stesso anno, Viceré di Sicilia
• Ferdinando Pignatelli (9/6/1770 - 19/5/1853), figlio di Giovanni, 2º principe di Monteroduni, ecc. Creato cardinale il 9/7/1839.
• Per quanto riguarda il cardinale Stefano Pignatelli (1578 - 1623, creato cardinale nel 1621), era originario di Piegaro (Perugia) e non era imparentato con la omonima famiglia napoletana.
https://it.wikipedia.org/wiki/Pignatelli_(famiglia )
https://it.wikipedia.org/wiki/Di_Sangro
CARACCIOLO
Dai principi Caracciolo discendono Cardinal Niccolò Caracciolo (Villa Santa Maria, 8 novembre 1658 – Capua, 7 febbraio 1728), Cardinal Marino Ascanio Caracciolo (Napoli, 1468 – Milano, 28 gennaio 1538), e Cardinal Innicio Caracciolo juniore (Martina Franca, 9 luglio 1642; † Roma, 6 settembre 1730).
https://it.wikipedia.org/wiki/Caracciolo
https://it.wikipedia.org/wiki/Di_Sangro
Testo a cura del dott. Alessandro Russo
Cardinal Domenico Maria Corsi (Firenze, 1633 – Rimini, 6 novembre 1697) è stato un cardinale e vescovo cattolico italiano, olio su tela cm.101x152.
Cardinal Fabrizio Dionigi Ruffo dei duchi di Bagnara e Baranello (San Lucido, 16 settembre 1744 – Napoli, 13 dicembre 1827), olio su tela cm.101x202.
Cardinal Fabrizio Dionigi Ruffo dei duchi di Bagnara e Baranello (San Lucido, 16 settembre 1744 – Napoli, 13 dicembre 1827), olio su tela cm.101x202.
E' stato un cardinale e politico italiano, famoso per aver creato e comandato l'esercito della Santa Fede, principale arma antigiacobina che segnò la fine della Repubblica partenopea del 1799. Dipinto giunto nella collezione Gallelli, a seguito della parentela coi Ruffo della Scaletta.
Papa Martino V, nato Oddone (o Ottone) Colonna (Genazzano, 25 gennaio 1369 – Roma, 20 febbraio 1431), è stato il 206º papa della Chiesa cattolica dal 1417 fino alla sua morte. Durante il suo pontificato fu ricomposto lo Scisma d'Occidente. Olio su tela 203x102 (castello Gallelli).
Giunto nella collezione Gallelli, a seguito del matrimonio tra il Barone Leopoldo Corsi (nato a Napoli il 26 giugno 1882), che sposò il (14 settembre 1902) donna Isabella de Sangro dei principi di Fondi (nata a Napoli il 5 dicembre 1884), figlia di Bianca Colonna dei principi di Paliano.
Luigi Alamanni (Firenze, 6 marzo 1495 – Amboise, 18 aprile 1556) è stato un poeta italiano. Olio su tela 201x103 (collezione castello Gallelli).
Giunto nella collezione Gallelli, a seguito del matrimonio tra il Barone Pasquale Gallelli n. a Badolato il 27.1.1866 e la nobildonna Lucia Alemanni dei marchesi Alemanni di Pianopoli e baroni di Tiriolo.
Principe Filippo II Colonna (Roma, 7 aprile 1663 – Roma, 6 novembre 1714) era il figlio di Lorenzo Onofrio e di Maria Mancini, pronipote del cardinal Mazzarino.
Olio su tela cm. 202x103 (collezione Gallelli di Badolato).
Serafino Cenci (Roma, 20 maggio 1676 – Roma, 24 giugno 1740) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.
Olio su tela cm. 201x103 (collezione Gallelli di Badolato).
FONTI
-ALMANACH DE GOTHA (tutte le edizioni)
- ANNUARIO DELLA NOBILTA' ITALIANA -volume III S.A.G.I. edizioni 2006-2011-2014-2019.
-ELENCO DEI TITOLATI ITALIANI (tutte le edizioni).
-LIBRO D’ORO DELLE FAMIGLIE NOBILI E NOTABILI (ed. 2011).
- ALBO D’ORO DELLA NOBILTA’ ITALIANA (tutte le edizioni).
-CALENDARIO D’ORO (ed. 2014).
-CALENDARIO REALE (ed. 2015).
-RUOLO GENERALE DEI CAVALIERI DI MALTA AD HONOREM (tutte le edizioni).
-LIBRO D’ORO DELLA NOBILTA’ ITALIANA -NUOVA SERIE CORRENTE (tutte le edizioni).
-CALENDARIO PONTIFICIO (tutte le edizioni).
-ALBO D’ORO DELLE DIMORE STORICHE ITALIANE (tutte le edizioni).
-ELENCO GENERALE DEI PARAFRENIERI PONTIFICI (tutte le edizioni).
- STORIA DEI BARONI GALLELLI DI BADOLATO, edito da BRUNO RUSSO-2013.
- REGISTRO UFFICIALE DEI FEUDATARI DI BADOLATO-2013.
- LIBRO D'ORO DELLA NOBILTA' ITALIANA -DELLA CONSULTA ARALDICA DEL REGNO D'ITALIA-SERIE AGGIORNATA-volume G-L (tutte le edizioni).
- ELENCO UFFICIALE DELLA NOBILTA' ITALIANA-DELLA CONSULTA ARALDICA DEL REGNO D'ITALIA -SERIE AGGIORNATA (tutte le edizioni).
- REGIO LIBRO D'ORO DELLA NOBILTA' ITALIANA- (tutte le edizioni).
- DECANO NOBILIARE CALABRESE-(tutte le edizioni).
- RIVISTA ARALDICA CALABRESE
- RIVISTA CALABRESE DI CACCIA ALLA VOLPE A CAVALLO
- STORIA DI BADOLATO DAL 1080 AL 2009. Storico Antonio Gesualdo (edizioni Abramo 2009.)
- RIVISTA ARALDICA (numero del 1991-Collegio Araldico Romano).
- Storia medioevale di Badolato, dello storico A. Gesualdo, edizioni Frama Sud 1986.
- Storia di Badolato medioevale e moderna, dello storico A. Gesualdo. Edizioni Frama Sud 1987.
- Storia di Badolato dal 1799 al 1999, dello storico A. Gesualdo. edizioni Frama Sud 1999 Leggi>>
- Storia di Zara, dello storico prof. Docozan.
- Modi di produzione dell'azienda agraria dei baroni Gallelli di Badolato tra
'700 e '800. A. Crisafi.
- Il Quotidiano di Sabato 2 giugno 2007 Franco Laganà Leggi>>
- Punto &@ Capo mensile di informazione, cultura, sport Rosa Gallelli Leggi>>
- Il Domani di Sabato 25 agosto 2007
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