TITOLI NOBILIARI
PATRIZI DI ZARA
Il primo titolo dei Gallelli di Badolato del quale si
ha traccia, è quello di patrizi di Zara, come risulta nel censimento delle 100
famiglie nobili a Zara del 1283.
CONTI DI PAGO E NONA
I Gallelli, sono stati investiti di questo titolo, quando Kolan, nel 1321 venne nominato dal Re di Polonia, conte di Pago e Nona. Questo titolo è usato dalla stirpe, quando alla fine del sedicesimo secolo, inseguito al trasferimento in Calabria da Zara, con un Franciscus, i nobili Gallelli si stabilirono da prima a Stilo, entrandone cosi a far parte del patriziato, come testimonia un testamento del 1611 e contemporaneamente ebbero interessi a Badolato, come testimoniano atti pubblici e privati.
BARONI DI BADOLATO
Questo titolo è il più recente della famiglia, e fu loro concesso da don Daniele Domenico Ravaschieri, il 25 novembre 1658, dietro Regio assenso, sotto il regno di Filippo IV di Spagna, e il vicereame di Garcia de Avellaneda Jharo.
Con questa investitura i rapporti tra i nobili Gallelli e il principe Ravaschieri divennero perciò politici, poichè feudali (retro feudo).
Con tale nomina i Gallelli avevano cosi l’amministrazione politica, fiscale e giuridica di Badolato, in nome e per conto dei principi Ravaschieri.
Potevano infatti indire i mercati, riscuotere le tasse, amministrare la giustizia, adunare il popolo, e se necessario muovere guerra.
La nobile famiglia di Zara, fu cosi l’ultima ad amministrare il feudo di Badolato, e i suoi territori (Isca, S.Caterina, S.Andrea.) Casali, fino all’ eversione della feudalità,
che avvenne il 1806.
ORDINI CAVALLERESCHI
DI
CASA GALLELLI
Gli ordini cavallereschi sono sorti in origine nella Francia meridionale alla fine del X secolo, come istituzione politica e sociale all’interno del
feudalesimo.
CAVALIERATO DELLA CORONA D’ITALIA
Questo ordine venne istituito da Vittorio Emanuele II
figlio di Carlo Alberto di Carignano, con Regio Decreto emanato il 20 febbraio 1868.
L’onorificenza aveva lo scopo di premiare i cittadini Italiani e stranieri che si fossero
distinti particolarmente per atti verso l’Italia.
Di tale titolo fu investito il barone avv. don
Giuseppe Lorenzo Gallelli, nato il 5.01.1830 a Badolato, latifondista, banchiere (fondatore della banca Gallelli di Badolato), e sindaco di Badolato
per diciassette anni consecutivi.
Dello stesso titolo fu investito anche il figlio, il barone, don Pasquale Gallelli, nato il 17.01.1866 a Badolato, latifondista, sindaco dei nobili, e
pioniere nel campo dell’energia elettrica, creando a sue spese il 1925 la centrale idroelettrica del Romito, in grado di fornire luce a diversi comuni
della provincia di Catanzaro, prima della nazionalizzazione avvenuta per opera dell’ ENEL negli anni sessanta.
Onoreficenza
Tipologia |
Ordine statale |
Status |
cessato |
Istituzione |
20 febbraio 1868 |
Primo capo |
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Cessazione |
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Ultimo capo |
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Gradi |
Cavaliere di Gran Croce |
Prodotta da |
Ditta Cravanzola |
Ordine più alto |
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Ordine più basso |
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Nastro dell'ordine |
SACRO MILITARE ORDINE COSTANTINIANO DI SAN GIORGIO
Il Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio è un ordine religioso cavalleresco di collazione, da ultimo legato alla casata dei Borbone-Due Sicilie.
Le sue origini vengono tradizionalmente fatte risalire all'imperatore Costantino, dal quale sarebbe stato costituito dopo la vittoria contro Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio, successo ottenuto grazie al favore divino manifestatosi con l'apparizione in cielo della croce accompagnata dalla scritta “In hoc signo vinces”. È perciò considerato il più antico ordine cavalleresco della cristianità, nonché il più antico in assoluto. L'Ordine si propone la glorificazione della croce, la propagazione della fede cattolica, e la difesa della Chiesa apostolica romana, cui è strettamente legato. Condizione necessaria infatti per divenire membri dell'Ordine è professare la religione cattolica apostolica romana.
L'Ordine, inoltre, si propone anche di dare il suo maggior contributo d'azione e di attività alle due grandi opere eminentemente sociali dell'assistenza ospedaliera e della beneficenza. Pietro di Borbone-Due Sicilie y Orléans, Duca di Calabria (Madrid 16 ottobre 1968), Duca di Calabria e Conte di Caserta, è un principe della dinastia dei Borbone-Due Sicilie, Grande di Spagna, pretendente al trono del Regno delle Due Sicilie. L’Ordine è formalmente tutelato e riconosciuto dalla monarchia spagnola, essendo il Gran Maestro (Don Pedro di Borbone due Sicilie), cugino di Sua Maestà Felipe VI di Borbone Spagna.
Il 25.09.2005 il barone avv. Vittorio Gallelli, nato a Catanzaro il 29.03.39-2012.2016 è nominato cav. Jure Sanguinis.
Il 23.08.2003 il barone don Ettore Gallelli Benso, nato a Trieste il 13.08.73 è nominato cav. Jure Sanguinis del S.M.O.
Costantiniano di S. Giorgio.
Fa parte dell’ordine nella categoria Jure Sanguinis, anche don Alberto Gallelli Benso, n. a Trieste il 7.11.1975.
Tipologia |
Ordine dinastico |
Motto |
IN HOC SIGNO VINCES |
Status |
attivo |
Capo |
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Istituzione |
313 (tradizionalmente) |
Primo capo |
Costantino I
(tradizionalmente) |
Ordine più alto |
|
Ordine più basso |
Don Pietro di Borbone-Due Sicilie y Orléans, Duca di Calabria e Conte di Caserta, Grande di Spagna, Gran Maestro dell’Ordine.
L’Ordine è formalmente tutelato e riconosciuto dalla monarchia spagnola, essendo il Gran Maestro (Don Pedro di Borbone due Sicilie), cugino di Sua Maestà Felipe VI di Borbone Spagna.
Decorazioni
REALE ARCICONFRATERNITA DEI CAVALIERI DI MALTA DI S.
GIOVANNI IN CATANZARO
La storia della Reale Arciconfraternita dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista dei Cavalieri di Malta ad Honorem di Catanzaro si impone per essere distinta da un manto di straordinarietà ed eccezionalità non solo giuridica ma anche ecclesiale. La sua filiazione diretta alla Cattedra Lateranense, ossia alla Chiesa madre di Roma ” Omnium Urbis et Orbis Ecclesiarum Mater et Caput” è sicuramente il suo vanto maggiore.
La Cattedra ed il Tempio sorsero su un suolo facente parte del Patrimonium Brutium della Santa sede costituendo di fatto la succursale in Calabria e godendo sin dal nascere sin anche del diritto di extraterritorialità. Nell’anno 1457 essendo Pontefice Nicolo V e Vescovo di Catanzaro Palamede , si diede inizio alla fabbrica del tempio, utilizzando i materiali tratti dalle rovine del distrutto castello del Conte Centelles.
Terminata la costruzione era già operante
una confratria composta da cittadini di nobile casato e di costumi
irreprensibili, governata da un Priore. Tanto considerazione ebbe il Priore
nella città che solo chi aveva occupato tale carica veniva scelto come primo
cittadino .
Le indulgenze, i privilegi, gli onori concessi dai Sommi Pontefici sono stati
molteplici nel corso dei secoli a testimonianza della singolarità e della
vitalità che resero potente ed importante questo glorioso sodalizio. Tra i
principalie non ultimo, quello di Papa Alessandro VI (Rodrigo de Borja) che con la Bolla del 28 aprile del 1502 ampliò e
concesse un ulteriore segno visibile dell’appartenenza diretta, concedendole di
potersi fregiare dell’emblema araldico del Triregno e delle Sacre Chiavi:
emblema stesso dei Romani Pontefici Vicari di Cristo. uesto è visibile durante
le processioni ed a Roma nel giornodel Corpus Domini precede il baldacchino del
Papa con il Santissimo Sacramento fin verso la Basilica di Santa Maria
Maggiore. Numerosi Papi diedero e riconfermarono l’autonomia della Chiesa e
della Confraternita dall’Autorità Diocesana e lo stesso Pontefice Paolo V (Camillo Borghese) con la Bolla n 69 , si
proclamava sinanche “Padre Spirituale ad Honorem” del Sodalizio.
Altro “favor” attestante la diretta
filiazione al Vescovo di Roma è il tradizionale e secolare obbligo di
corrispondere una “libbra di cera lavorata ed una canna di damasco
cremisi”da parte del Priore dell’Arciconfraternita. Questo fu voluto il 14
maggio del 1688 dal grande Pontefice Innocenzo XI (Benedetto Odescalchi) come segno tangibile di sudditanza. Il Priore
attuale ha ripristinato questo onore-onere il giorno della Dedicazione
dell’Arcibasilica Lateranense consegnando nelle dirette mani del
Vescovo ausiliare di Roma il simbolo di questa secolare offerta e privilegio.
Altro aspetto che evidenzia l’unicità del Sodalizio è da ravvisare nell’attribuzione
da parte del Re Carlo III di Spagna nel 1735, trovandosi a Catanzaro ospite del Marchese De Riso, Priore
della Confraternita, del titolo di Cavalieri di Malta ad Honorem. Questo
riconoscimento fu dato per l’elevato valore spirituale che contraddistingueva i
componenti della Confraternita e per le importanti opere caritatevoli che
svolgevano a vantaggio dei malati (ricordiamo il primo ospedale cittadino
fondato e retto da sodalizio) , a favore dei poveri e dei bisognosi della
città.
Tale elargizione costituisce un unicum negli ordinamenti operando così una
trasformazione relativamente alla natura giuridica dell’Arciconfraternita e
divenendo così una istituzione religioso-cavalleresca-nobiliare. Questo
privilegio, con la facoltà di portare la croce bianca gerosolimitana, fu
riconfermato dal Reale Decreto del 21 marzo 1777 da S.M. Re Ferdinando IV delle Due Siciliee l’8 dicembre del 1974 da S.M. Carlo X di Borbone.
Si vogliono ancora ricordare due momenti sul piano giuridico e religioso : il primo con la lettera del Praefectus Ecclesiarum Unitarum Can. Mons de Toth del 3 novembre del 1986 in cui riafferma il diritto di proprietà del monastero catanzarese al Capitolo Lateranense e quindi della dipendenza della Reale Arciconfraternita; il secondo è quanto affermato dal Sommo Pontefice Papa Innocenzo nel 1612 e riconfermato da numerosi successori , non ultimo papa Pio XII con la lettera apostolica del 1939 “Jam recolendae memoriae”, e riguarda le indulgenze che si ottengono entrando nel Sacro Tempio di Catanzaro, infatti così scriveva: …Ut numerari non possint .. nisi solo Deo, quasomnesconfirmo, et etiam dixit Papa Bonifacius: Si homines scirent quot sunt indulgentiae in Ecclesia S. Joannis Lateranem et suismembris, a summis Romanis Pontificibus concessae, nequaquam opere pretium est proficisci ad Sepulchrum Hyerosolimitanum…”
E’ attualmente il solo sodalizio melitense di tradizione cavalleresca, con Bolla Papale a fregiarsi
nelle decorazioni del Triregno, che infatti sormonta la croce melitense.
ll barone Ettore Gallelli Benso, è stato investito di tale cavalierato il 29.5.2006.
Decorazioni
PARAFRENIERI PONTIFICI DI SUA SANTITA’
I parafrenieri pontifici, o palafrenieri, erano appartenenti alla corte pontificia responsabili delle scuderie pontificie, oggi accorpati al collegio dei sediari pontifici.
Già indicati con il termine stratores, i parafrenieri pontifici devono l'origine del loro nome al termine parafreno, utilizzato per indicare i cavalli da parata. I parafrenieri, infatti, erano gli antichi famigli del papa incaricati, già prima del X secolo , della direzione e del governo delle scuderie pontificie. Custodivano il cavallo personale del papa e i suoi finimenti, nonché gli altri preposti al traino della carrozza pontificia, di cui loro stessi erano conduttori. Avevano anche l'incarico di custodire nelle scuderie la mula bianca che veniva montata dal papa neo-eletto per prendere possesso, quale vescovo di Roma, della Basilica di San Giovanni in Laterano. La mula veniva tenuta per le briglie attraverso il morso da un parafreniere, che aveva così modo di condurre l'animale senza l'intervento del pontefice. Lo stesso accadeva quando il papa montava il proprio cavallo personale. Era considerato un grande privilegio poter reggere il morso del cavallo del papa, nonché porgere la staffa allo stesso, tant'è che questa consuetudine era riservata quale esclusiva prerogativa dei re e dei principi regnanti. Questa particolare funzione, riservata ai parafrenieri, comportò loro l'acquisizione di enormi privilegi, tra i quali la nomina a Conti palatini, insigniti della facoltà di crearne a loro volta, concedere lauree e creare notai. La loro importanza nella corte pontificia e l'indiscussa fedeltà dimostrata al pontefice indussero papa Giulio II, il 19 aprile 1507 , ad istituire il "Nobile Collegio dei Parafrenieri Pontifici", corpo confermato 15 aprile 1517 da Leone X . In tale collegio erano annoverati, oltre i parafrenieri, anche i sediari pontifici, con cui condividevano, oltre la divisa, anche alcune delle funzioni di servizio diretto al pontefice. A seguito del Concilio di Trento i grandi privilegi vennero via via ridimensionati, e, con la soppressione delle scuderie pontificie, soprattutto a seguito dei Patti Lateranensi del 1929, i parafrenieri confluirono definitivamente nel collegio dei sediari pontifici, di cui condivisero infine anche il nome.
Parafrenieri e sediari costituirono, sin dal 1378, anche una propria confraternita, intitolata alla loro patrona Sant'Anna, venerata in una cappella all'interno della basilica di San Pietro . Papa Pio IV concesse loro di edificare, nel 1565 nei pressi di San Pietro, una chiesa intitolata a Sant'Anna, opera progettata e realizzata dall'architetto Jacopo Barozzi da Vignola. La confraternita, ricca e potente, incaricò il pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio della realizzazione, per la cappella in San Pietro, di un dipinto raffigurante la loro patrona con Maria e Gesù bambino, opera ancora oggi conosciuta come Madonna dei Palafrenieri, conservata presso la Galleria Borghese in Roma.
Ancora oggi la Venerabile Arciconfraternita Vaticana di Sant'Anna de' Parafrenieri è retta dai Sediari pontifici. Ne è Primicerio il Prefetto della Casa Pontificia ed è retta dal Decano Generale, attualmente Frà Massimo Sansolini. Ha un Secondicerio, generalmente scelto tra i Prelati di Anticamera ed un Cappellano. Oltre al Collegio dei Sediari pontifici, ne fanno parte anche altri membri della Famiglia pontificia, alcuni Ambasciatori presso la Santa Sede e membri delle più note casate nobiliari pontificie. Eccezionalmente vengono ammessi anche altri laici di provata moralità e fede cattolica, benemeriti nei confronti del Pontefice e della Chiesa. I Gallelli sono l’unica casata calabrese ammessa nel Collegio dei Parafrenieri Pontifici, con nomina della Prefettura Pontificia, in data 25 novembre 2014.
Parafrenieri-Sediari Pontifici
Parafrenieri Pontifici
Abito da Parafreniere-Sediario Pontificio di servizio in Anticamera papale
Stemma personale Gallelli tratto dalla XXXIII edizione dell'Annuario della Nobiltà Italiana (2015-2019), parte III, cavalleresca, con accollate le decorazioni spettanti.
FONTI
1 - Annuario della
Nobiltà italiana https://www.annuariodellanobilta.com/
2 - Libro d’Oro delle famiglie nobili e notabili italiane http://www.librodoronobilienotabili.it/edizioni-e-famiglie/
3 - Elenco dei Titolati italiani
https://www.accademiaaraldicanobiliare.com/elenco-dei-blasonati/
4 - Libro d’Oro della Nobiltà italiana (collegio araldico romano-istituto
araldico romano) http://www.collegioaraldicoromano.it/libro-d-oro
5 - Calendario D’oro
http://www.uninob.it/index.php/nobilta-ufficiale/9-calendario-d-oro
6 - Calendario Reale http://www.uninob.it/index.php/libri/58-calendario-reale
7 - Anuario de la Noblespa Espanola http://www.uninob.it/index.php/libri/65-anuario-della-nobleza-de-espana
8 - Elenco Ufficiale della Nobiltà Italia-serie aggiornata
http://www.uninob.it/index.php/nobilta-ufficiale/8-elenco-ufficiale-consulta-araldica
9 - Libro d’Oro della Nobiltà Italiana-Consulta Araldica
http://www.uninob.it/index.php/nobilta-ufficiale/7-libro-d-oro-della-nobilta-italiana-consulta-araldica-serie-aggirnata
10 - Regio Libro d’Oro della Nobiltà italiana
http://www.uninob.it/index.php/nobilta-ufficiale/10-regio-libro
11 - Libro della Nobiltà Italiana
http://www.uninob.it/index.php/8-libri/55-libro-della-nobilta-italiana
12 - Calendario Pontificio (tutte le edizioni)
http://www.ettoregallellieditore.it/index.php/9-libri/27-calendario-pontificio
13 - Stemmario Nobiliare Calabrese (tutte le edizioni)
http://www.ettoregallellieditore.it/index.php/9-libri/24-stemmario-nobiliare-calabrese
14 - Ruolo Generale dei Cavalieri di Malta ad Honorem (tutte le edizioni)
15-Calendario storico di Badolato (tutte le edizioni)
http://www.badolatostorica.it/html/calendario_storico_badolato.html